NAPOLI – La procura regionale per la Campania della Corte dei conti, contesta un danno erariale di oltre 23 milioni e mezzo di euro in relazione alle ricapitalizzazioni della Ctp, società partecipata di trasporto pubblico della Città Metropolitana di Napoli, che ha chiesto al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza partenopea di notificare otto inviti a dedurre, uno dei quali riguarda l’ex sindaco metropolitano Luigi de Magistris.
L’indagine dei finanzieri (condotta dai pm Capalbo, Miranda e Vitale, coordinati dal procuratore Giuseppone) ha ricostruito le iniezioni di capitale effettuate tra il 2003 e il 2020, per un totale di oltre 332 milioni di euro, destinati a sostenere una società integralmente pubblica che versava da anni in grave difficoltà.
Secondo gli inquirenti le ricapitalizzazioni sarebbero state deliberate in un contesto caratterizzato da perdite pluriennali, poi culminate nel fallimento della società, risalente al 2022. Il danno erariale viene contestato, oltre che a De Magistris (sindaco metropolitano dal primo gennaio 2015 al 18 ottobre 2021), anche ad amministratori, dirigenti e revisori dei conti pro tempore della Città Metropolitana di Napoli. Il danno erariale riguarda gli anni 2017 e 2019.
Negli anni sui quali si sono concentrate le indagini dei finanzieri del comando provinciale di Napoli e della Corte dei conti, oggi sfociate nella notifica di 8 inviti a dedurre, uno dei quali – per 2,7 milioni di euro – riguardante l’ex sindaco metropolitano Luigi de Magistris, erano state segnalate criticità relative alla continuità aziendale della Ctp Spa, allarmi che però sarebbero stati ignorati.
Secondo quanto emerso – spiega una nota – i piani industriali adottati, frequentemente oggetto di aggiornamenti e modifiche, non avrebbero prodotto gli effetti auspicati, anche in ragione del progressivo peggioramento del quadro economico generale. Parallelamente, il servizio di trasporto pubblico avrebbe registrato livelli di efficienza inferiori agli standard programmati, con chilometri percorsi talvolta anche sensibilmente inferiori a quelli contrattualmente previsti.
Ulteriori approfondimenti hanno riguardato talune ricapitalizzazioni deliberate in assenza dei bilanci approvati, circostanza che avrebbe comportato l’adozione di decisioni finanziarie di notevole impatto senza un quadro informativo completo e aggiornato.
In considerazione dei termini di prescrizione dell’azione erariale, l’analisi si è concentrata sulle ricapitalizzazioni del 2017 (12.506.656 euro) e del 2019 (11.041.504 euro), rispetto alle quali si ipotizza una violazione della disciplina sul cosiddetto “soccorso finanziario”, che consente agli enti pubblici di sostenere le società partecipate soltanto in presenza di concrete e documentate prospettive di riequilibrio economico-finanziario.
Gli inviti a dedurre sono stati notificati a otto persone che, nel periodo oggetto di esame, avevano competenze decisionali e di controllo sulle operazioni finanziarie. I provvedimenti, emessi ai sensi dell’art. 67 del Codice della giustizia contabile, prevedono un termine di 45 giorni per la presentazione di memorie difensive, l’allegazione di documenti, la richiesta di accesso agli atti e l’eventuale istanza di audizione personale.
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