mercoledì, Maggio 1, 2024
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Dahaba, storia del migrante integrato al Real Sito di Carditello

Il Real Sito di Carditello diventa modello di inclusione con “Carditello Solidale”, il progetto che prevede un periodo di formazione per rifugiati.

Dahaba Mamadou Lamin, senegalese scappato dalla ribellione Sudo, che lo ha visto prigioniero per 6 mesi, è stato accolto e ha avuto la possibilità di formarsi con un tirocinio.

Il progetto del Real Sito di Carditello

Col progetto di sviluppo sostenibile sul territorio chiamato “Carditello Solidale”, il Real Sito di Carditello intraprende un nuovo percorso di solidarietà e inclusione sociale. Una sfida ambiziosa che, grazie al supporto delle istituzioni e dei principali attori sociali, si propone di trasformare un luogo simbolo di degrado e abbandono, puntando a generare benessere per la comunità locale.

Sono state proposte alcune concrete opportunità di collaborazione tra la Fondazione Real Sito di Carditello e lo SPRAR. Proprio il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ha già costatato esperienze positive maturate in altri importanti beni culturali.

Il progetto di inclusione sociale prevede un periodo di formazione per il rifugiato senegalese Dahaba Mamadou Lamin. Accolto al Real Sito di Carditello, ha avuto la possibilità di avviare un tirocinio con la mansione di aiuto stalliere.

La storia di Dahaba Mamadou Lamin

Nato in Senegal nel 1994, Dahaba Mamadou Lamin ha lasciato il suo paese nel 2013 per scappare dalla ribellione Sudo. É stato prigioniero per 6 mesi e poi liberato dal Movimento della forza democratica del Casamance. Ha lasciato in Senegal due sorelle, alle quali invia periodicamente dei soldi per contribuire al loro sostentamento.

“Sono arrivato in Italia nel 2015 – dice Dahaba Mamadou Lamin – dopo essere stato in Mali, Niger e Libia. Sono stato accolto dallo SPRAR di Santa Maria Capua Vetere e vivo con altri beneficiari in un appartamento a Santa Maria La Fossa. Nel 2017 ho conseguito la licenza media inferiore presso il CPIA di Caserta. Ho frequentato un corso di formazione per artigiani dell’alluminio, svolgendo un tirocinio di 6 mesi presso la ditta Casertana Serramenti. Nel 2019, spinto dal desiderio di imparare l’arte della pizza, ha frequentato un corso per addetto alla panificazione. Al Real Sito di Carditello sto imparando a gestire e a prendermi cura dei cavalli”.

Gli interventi

“Secondo l’UNESCO – spiega Roberto Formato, direttore Real Sito di Carditello – i beni culturali vanno considerati un motore dello sviluppo, avendo relazione non solo con l’economia ed il turismo, ma anche con l’inclusione sociale e la qualità della vita. Dal punto di vista del loro ruolo sociale, sono vitali spazi pubblici che si rivolgono alla società intera e dunque possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo dei legami e della coesione sociale, nella costruzione della cittadinanza e nella riflessione sulle identità collettive”.

“Carditello Solidale – afferma Mara Vitiello, presidente della Cooperativa Solidarci – è un ulteriore passo nella strategia portata avanti dalla Cooperativa Solidarci. Così come già fatto alla Reggia di Caserta e all’Anfiteatro e al Museo di Santa Maria Capua Vetere, siamo impegnati nell’attivazione dei tirocini formativi. Da un lato, permettono la crescita formativa e culturale dei rifugiati, dall’altro, contribuiscono al miglioramento della manutenzione e della fruibilità dei beni artistici e culturali presenti sul nostro territorio. Il valore di questa nostra strategia è stato riconosciuto anche dallo SPRAR. Ma il riconoscimento forse più importante arriva dalla prova dei fatti: alcuni dei primi tirocinanti della Reggia di Caserta, una volta concluso il tirocinio, col sostegno del nostro servizio di orientamento hanno trovato lavoro come giardinieri”.

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