venerdì, Maggio 3, 2024
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Vino adulterato, 11 arresti e 6 aziende agricole sequestrate

Undici arresti e sei aziende agricole poste sotto sequestro preventivo per vino adulterato. È il risultato dell’operazione “Ghost Wine“, scattata oggi con oltre 200 militari del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli, di unitò dell’Arma territoriale e circa 90 appartenenti all’Unita’ Centrale Investigativa dell’Icqrf (Ispettorato centrale repressione frodi). L’operazione, condotta dal Nas di Lecce e dall’Icqrf è coordinata dalla Procura. Oltre a misure cautelari e sequestri i militari hanno eseguito 62 perquisizioni locali e domiciliari a imprenditori, operatori del settore vinicolo e aziende operanti nelle Regioni Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Grazie anche alla coordinazione della Procura della Repubblica di Lecce l’attività d’indagine ha svelato un traffico commerciale illecito, gestito con continuità da tre associazioni, coesistenti e complementari, insistenti nella Provincia di Lecce.

I metodi

Si evidenziava la vecchia pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e dalla barbabietola, commercializzate illecitamente in favore di note ed importanti imprese italiane operanti sull’intero territorio nazionale e perfino estero. Il suddetto sistema permetteva di ottenere prodotto a basso costo successivamente commercializzato come prodotto di qualità se non biologico, DOC o IGT.

Si tratta di un metodo di produzione che lede gravemente la concorrenza lecita, falsata da un esubero di produzione ottenuta attraverso procedimenti illeciti di copiose quantità di vino appartenente a marchi marchi di qualità DOP (denominazione origine protetta), IGP (indicazione geografica protetta), DOC (denominazione origine controllata). Questi ultimi sono marchi riconosciuti dall’Unione Europea, che ha riconosciuto l’origine geografica di questi vini che ne condiziona la qualità e le particolarità.

È emerso inoltre un fenomeno già relativamente conosciuto, ossia quello della nazionalizzazione di prodotti UE. Il fenomeno riguarda soprattutto una varietà di vini spagnoli, spacciati per vini DOC o IGT pugliesi. Nell’alveo dell’indagine emergeva infatti la falsa dichiarazione di produzione di uve atte a produrre vino DOC e IGT commessa per il tramite di aziende agricole di proprietà di alcuni degli indagati. 

L’operazione ha così permesso di stroncare tre associazioni a delinquere le cui attività illegali erano divenute insostenibili e dannose al mercato vitivinicolo giacché immettevano in commercio prodotti denominati biologici, DOC o IGT a prezzi molto bassi, ponendo fuori mercato le aziende concorrenti che lo ottenevano con le lecite e normali pratiche enologiche. Come scoperto dalle indagini, i delinquenti potevano contare sulla essenziale collaborazione di un infedele funzionario dell’ICQRF di Lecce. Ironicamente, a suo carico l’ICQRF ha eseguito le indagini, rappresentato la condotta illecita e partecipato all’arresto effettuato dai Carabinieri del N.A.S.

Gli indagati

Sono indagate 41 persone, sei delle quali sono state quelle attinte dalla misura cautelare personale degli arresti in carcere: B. A. D. di anni 56 residente Lecce, funzionario ICQRF di Lecce; C. A.di anni 64 residente in Copertino, vitivinicolo; C. G.di anni 58,residente in San Donaci (BR), imprenditore vitivinicolo; L. V. di anni 38 residente in Mesagne, imprenditore vitivinicolo; R. L. di anni 55, residente a San Ferdinando di Puglia (BT), imprenditore vitivinicolo; C. R. A di anni 65, residente in Lequile, imprenditore vitivinicolo. 

Cinque sono state quelle attinte dalla misura cautelare personale degli arresti domiciliari: C. P.di anni 26, residente in Copertino, impiegato; C. G. L.di anni 50, residente in Lecce, impiegato; C. C.di anni 55, residente in Copertino, impiegato; C. S. di anni 23, residente in San Donaci, impiegato; D. A. I. di anni 50, residente in Galatina, imprenditore e autotrasportatore. Altre 30 persone sono state raggiunte da avviso di garanzia poiché indagate a vario titolo. 

I misfatti

I vari reati commessi sarebbero sia di natura associativa che no, e finalizzati al commercio di prodotti vinicoli sofisticati: Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ed in registri informatizzatila frode nell’esercizio del commercio, la vendita di sostanze alimentari non genuine come genuinela contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, il riciclaggio e auto riciclaggio, l’attività di gestione rifiuti non autorizzata, fatti di reato commessi, in tutta la Puglia e in diverse località italiane.

Le indagini sono state svolte dai Carabinieri del NAS di Lecce e da personale dell’ICQRF di Roma che hanno utilizzato vari strumenti investigativi, fra i quali intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e pedinamento, sequestri di sostanze di prodotti sofisticati e l’esame di documenti relativi al trasporto del vino. Nel corso delle indagini è stato già arrestato in flagranza uno degli indagati per una sofisticazione in flagranza, nonché effettuati d’iniziativa diversi sequestri di prodotti vinosi e strutture, per un valore stimato di circa 70 milioni di euro.

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