sabato, Aprile 20, 2024
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Partoriente multata e fatta scendere dal bus, Anm corre ai ripari: “eccesso di zelo”

Una donna di ventotto anni, in procinto di partorire, è stata multata e fatta scendere dall’autobus perché priva di biglietto. Abbandonata a se stessa è stata costretta a camminare da sola per venti minuti per arrivare all’ospedale, dove ha poi partorito una bambina. Ne avevamo parlato in questo articolo.

Adesso la Anm, che in un primo momento alla contestazione della multa aveva risposto scrivendo:  “Le circostanze non possono essere motivo di annullamento del verbale” prova a correre ai ripari: “Gli errori possono capitare e in questo caso si è verificato un evidente eccesso di zelo nei confronti della signora“.

Ma ormai arrivano critiche anche da Nino Simeone, presidente della commissione consiliare sui trasporti: “Quanto accaduto se confermato mi lascia sbigottito“.

Le scuse tardive di Anm: “Gli errori possono capitare”

Nicola Pascale, l’amministratore unico della Anm, al diffondersi della notizia ha voluto fare le sue scuse a Federica, la partoriente protagonista di questa brutta vicenda, cercando di giustificare l’operato del controllore:

“I controllori dell’Anm elevano quasi 3.000 verbali di contravvenzione al mese svolgendo un’attività complicata, che l’azienda sta intensificando, per migliorare il servizio ai cittadini.

Gli errori possono capitare e in questo caso si è verificato un evidente eccesso di zelo nei confronti della signora, che andava invece aiutata e confortata.

Sarà mia personale cura riprendere e riesaminare la pratica del suo ricorso che è stata trattata in modo troppo burocratico.

Alla signora e alla sua famiglia esprimo le nostre più vive scuse e le felicitazioni per la nascita della piccola”.

La reazione di Nino Simeone: “Al di là dei regolamenti esiste l’umanità”

Nino Simeone, presidente della commissione consiliare dei trasporti, chiede che gli venga trasmessa una relazione urgente riguardo l’accaduto in consiglio comunale.

“Quanto accaduto, se confermato, mi lascia sbigottito. Sono senza parole.

Cosa significa che le circostanze addotte a giustifica non possono essere motivo di annullamento e quali sarebbero dovute essere le circostanze che invece avrebbero consentito l’annullamento del verbale?

E se per il ritardo in ospedale, la signora avesse malauguratamente perso la bambina e avesse denunciato tutti per omissione di soccorso?

Spero che Pascale mandi almeno un mazzo di fiori a questa mamma, perché al di là dei regolamenti e delle norme esiste un valore aggiunto a cui noi napoletani non abbiamo mai e non possiamo assolutamente derogare: l’umanità.

Da parte mia le più ossequiose scuse e i miei più sinceri auguri alla signora e alla sua splendida bambina”

Non per amore ma per paura

Questa vicenda rivela il nuovo, triste volto di questo paese.

Non c’è stata alcuna empatia né pietà nei confronti di una donna in procinto di partorire e la cosa, purtroppo, non stupisce più di tanto.

Non sono infatti rari ormai i messaggi d’odio che si possono sentire e soprattutto leggere online nei confronti delle donne gravide. Ad infastidire l’utente medio italiano sono le donne incinte che chiedono di sedersi sull’autobus o che superano le file; non di rado purtroppo si leggono messaggi di disprezzo nei confronti di chi porta in grembo un figlio e si aspetta dal prossimo non amore, ma almeno gentilezza.

L’ondata di insofferenza ed odio che ha travolto il mondo e l’Italia ha infine raggiunto anche Napoli, ed è evidente in questa squallida vicenda. Anche i napoletani, che il fu Luciano De Crescenzo aveva definito “popolo d’amore” rischiano di diventare ormai un popolino d’odio. 

La vicenda che ha coinvolto Federica sarebbe stato fino a poco tempo fa, fino a meno di dieci anni fa, impensabile: nessuno avrebbe mai multato una donna in procinto di partorire perché sprovvista di biglietto, figuriamoci farla scendere dall’autobus per farla camminare da sola per venti minuti fino all’ospedale.

L’amore che contraddistingueva la nostra città, l’umanità di cui parlava anche Simeone pare perduta. Ed allora che ben venga una stretta regolamentazione riguardo le situazioni d’emergenza e l’omissione di soccorso; ben vengano le relazioni urgenti da fare al comune: siamo arrivati al punto di dover essere costretti ad aiutare gli altri. 

Non per amore, ma per paura – di conseguenze penali, civili, di una multa.

 

 

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