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Terra dei fuochi o Campania Felix? Valori nella norma per acqua e alimenti

La Campania resta Campania Felix nonostante la Terra dei Fuochi. Le analisi di Altroconsumo rivelano valori entro i limiti di legge per acqua e alimenti.

Incendi, roghi e abusivismo legato ai rifiuti continuano ad alzare un vero e proprio polverone tossico sulla Terra dei Fuochi. Quali sono le condizioni di salute dell’acqua che beviamo e dei prodotti che mangiamo?

Secondo i dati di Altroconsumo, importante associazione italiana di consumatori, le analisi di laboratorio condotte su acqua e alimenti hanno rivelato valori non preoccupanti; anzi, piuttosto rassicuranti.

I campioni sono stati raccolti in dieci comuni delle province di Napoli e Caserta (Giugliano, Saviano, Melito, Pomigliano d’Arco, Casalnuovo, Casoria, Marano, Aversa, Trentola Ducenta, San Nicola La Strada). Mentre l’acqua è stata prelevata da acquedotti pubblici, i prodotti animali e vegetali oggetto della ricerca provengono da negozi specializzati, mercati, ambulanti e produttori agricoli.

Il team di esperti ha riscontrato l’assenza di veleni sui campioni di ricerca, dando il via libera ai prodotti presi in esame. Inesistenti o non significative le quantità di sostante pericolose.

OK per l’acqua

Esame superato per l’acqua prelevata dagli acquedotti pubblici, poiché non sono emerse tracce delle sostanze inquinanti più temute. Grande attenzione a metalli pesanti – in particolare arsenico, piombo, cadmio, nichel e cromo – trialometani (cloroformio, bromoformio e i sottoprodotti della disinfezione delle acque attraverso il cloro), diossine, furani e policlorobifenili (PCB), questi ultimi tossici e potenzialmente cancerogeni, utilizzati come fluidi dielettrici e come additivi, rilasciati nell’ambiente a causa dei processi industriali e dello smaltimento irregolare. I risultati possono dirsi molto positivi ed incoraggianti.

In generale, i valori riscontrati per i metalli pesanti sono ben lontani dai limiti di legge e anche dai valori soglia, mentre i trialometani sono presenti al massimo con 8 microgrammi/litro (il limite per le acque potabili è di 30). Nessuna traccia, infine, di PCB, diossine e furani.

Tuttavia, non bisogna fermare le ricerche; al contrario, “solo indagini più estese e mirate ai dintorni dei siti effettivamente inquinati” – spiega Altroconsumo – “potranno mettere in luce eventuali accumuli dei temuti inquinanti nelle acque di falda.”

Verdure Verdi

Semaforo verde anche per le analisi effettuate sui 48 campioni di verdure (friarielli, scarola e cavoli). Lo scopo principale dei ricercatori era quello di rilevare, nei prodotti analizzati, la presenza di metalli pesanti – arsenico, piombo, cadmio, mercurio e cromo.

Quasi del tutto assenti le tracce di metalli pesanti. “Alcuni dei campioni di scarola” – afferma Altroconsumo – “hanno fatto registrare la presenza di cadmio, in quantità però 10 volte inferiore rispetto al limite massimo ammesso dalla legge nel caso degli ortaggi a foglia.” Riscontrato anche nella totalità dei friarielli, il cadmio, in due casi, era associato al piombo. Tuttavia, Altroconsumo rassicura che persino nel campione con la più alta presenza del binomio cadmio-piombo, questi metalli erano presenti con valori rispettivamente cinque e tre volte inferiori ai limiti di legge.

Prodotti di origine animale

Sotto la lente di ingrandimento anche mozzarelle e uova, nelle quali le analisi hanno verificato la presenza di diossine e PCB. Lievi le tracce di diossine e furani nei campioni analizzati, circa 10 volte inferiori ai limiti previsti per questi alimenti. Nel peggiore dei casi, l’insieme di diossine e PCB era comunque di cinque volte inferiore alla soglia legale di accettabilità.

La Terra dei Fuochi

La Terra dei Fuochi è quella parte della Campania alla quale si associano immediatamente pile di rifiuti abbandonati, roghi ed incendi tossici, discariche abusive, sversamenti illeciti di materiali inquinanti, che contaminano le falde acquifere e, di conseguenza, entrano nella catena alimentare. Tutto questo spesso con il coinvolgimento della criminalità organizzata e il disinteresse dei più.

Un potenziale disastro per la salute dell’ambiente, e per la nostra. Sempre più frequenti sono, infatti, le manifestazioni degli abitanti delle aree interessate, esasperati e preoccupati, che protestano per le condizioni della loro terra. Ad agosto, numerosi roghi tossici sono stati registrati a Melito, mentre Aversa, Parete e Giugliano sono stati al centro di una singolare protesta messa in atto dai cittadini.

Le analisi bastano?

L’inquinamento della Terra dei Fuochi è un conto aperto, una questione sempre in sospeso. Le analisi condotte sugli alimenti e sulle acque rappresentano un importante punto di partenza. Tuttavia, per avere un quadro completo della situazione, occorrere estendere il raggio d’azione, attraverso ricerche puntuali.

Incrociare dati provenienti da diverse fonti inerenti alla salute pubblica potrebbe essere, in questo senso, un primo passo. Per esempio, i casi di cancro caratterizzano la cronaca dei paesi della Terra dei Fuochi. Dunque, volendo verificare e appurare la presenza di correlazioni specifiche tra cause e conseguenze, i dati sulla distribuzione e sulla frequenza dei tumori, forniti dal registro tumori delle Asl campane, potrebbero essere integrati non solo con i dati inerenti all’alimentazione, ma anche con la mappatura dei luoghi dove, negli ultimi anni, si sono maggiormente concentrati gli incendi dolosi, e dove sono collocate le principali discariche abusive.

Per il momento, lo scorso aprile è stato approvato il documento programmatico 2019/2021 “Programma di attività di implementazione del Piano di Azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti – Monitoraggio ambientale, studio ed approfondimento della salute della popolazione residente in aree a rischio”, con una delibera della Giunta Regionale.

Con questo provvedimento più di 23 milioni di euro sono stati destinati ad un importante piano di ricerche sull’inquinamento e sulla prevenzione in queste aree, del quale saranno responsabili il Dipartimento di Sanità Pubblica Università di Napoli Federico II, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, l’ARPAC, il Coordinamento Registro Tumori, le AA.SS.LL., i Medici di Medicina Generale, nonché altri soggetti.

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