giovedì, Aprile 25, 2024
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Napoli, il coronavirus e l’autoisolamento del personale sanitario: “Isolarsi vuol dire amare gli altri e se stessi”

Il coronavirus costringe medici e infermieri a fare ulteriori rinunce: ecco le testimonianze delle misure di precauzione prese da alcuni infermieri di Napoli.

Restate a casa” è il mantra che gli italiani stanno ripetendo da circa un mese ormai. C’è però chi non può considerarsi al sicuro stando a casa. Chi? Il personale sanitario, composto da medici e infermieri. Pur stando a casa infatti, non è possibile garantire un’assenza di contagi alle loro famiglie. Che soluzione prendere?

Le testimonianze di alcuni infermieri e operatori sanitari di Napoli

Nicola Paiciello è un operatore del 118 del’Asl Napoli 1 e la sua scelta è stata quella di cambiare casa. In questo periodo sta vivendo a Marianella, dove abitava prima di sposarsi:

«Dormo nel garage sotto, è l’unica soluzione che poteva darmi tranquillità in questa fase di angoscia. Il cuore si spezza nel non poter abbracciare i figli. Ne ho uno di 8 anni e una figlia grandicella di 13: li bacio da lontano, è stata durissima per me ricevere un vocale dal piccolino per la festa del papà».

Un’altra testimonianza è di Manolo Ciancio, operatore socio-sanitario all’ospedale di Frattamaggiore. Nell’angoscia di contagiare la sua famiglia ha addirittura deciso di dormire in macchina:

«In casa porto sempre mascherina e guanti. Abbiamo uno schermo davanti a noi, con i bambini ho sempre avuto un rapporto fisico ed allora forse è meglio farsi odiare da loro così soffrono di meno. Di nascosto da mia moglie ho dormito in auto per tre giorni, poi lei mi ha “sgamato” e mi ha fatto mettere su un telo di plastica in casa che poi ripongo da parte ogni santo giorno (…) Siamo in prima linea come operatori socio-sanitari, prendendoci cura dell’igiene del paziente e dell’igiene del posto in cui si trova il paziente Covid-19. Non ci sono eroi, siamo tutti vittime ed ognuno fa il proprio mestiere».

Il personale sanitario è composto anche da giovani, che stanno dando prova del loro essere responsabili. La giovane Melania Rachiglia (25 anni), infermiera pediatrica del reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Napoli, racconta:

«Sono costantemente sottoposta al rischio di contagio per mancanza degli adeguati DPI (dispositivi protezione individuale), pur non avendo in reparto casi di covid-19. Ho deciso così di mettere in atto una delle scelte più difficili in questo momento storico, ma sicuramente una delle più coraggiose».

Melania poi continua così, spiegando la sua scelta:

«Ho deciso di mettermi in “isolamento” nella stessa casa che divido con la mia famiglia non condividendo più con loro neanche quei pochi momenti di “dialogo” durante pranzo e cena. Scelta difficile e non sempre accettata ben volentieri dagli altri. Credetemi però, isolarsi non significa essere egoisti. Isolarsi vuol dire amare principalmente gli altri e se stessi, perché così facendo si limitano i rischi di nuovi contagi».

La campagna #adottachisalva, per aiutare chi ci aiuta

Per provare ad andare incontro alle esigenze di medici e infermieri, che hanno coraggiosamente scelto l’autoisolamento, il capogruppo regionale M5S Valeria Ciarmabino ha lanciato la campagna #adottachicisalva. La campagna tenta di garantire alloggi gratis agli operatori sanitari che dormono in auto per non contagiare i loro cari.

Valeria Ciarmabino dichiara:

«Occorre individuare alloggi e strutture alberghiere da destinare a titolo gratuito al personale dei presidi sanitari e a tutti coloro che lavorano negli ospedali e hanno paura di tornare a casa e di contagiare i loro familiari. In tanti, tra medici, infermieri e personale sanitario ad ogni livello, ci hanno raccontato che in questi giorni si stanno arrangiando come possono, preferendo addirittura dormire in macchina».

Non resta quindi che rimanere vicini con il cuore a medici e infermieri che, mai come in questo periodo, stanno portando il loro mestiere nelle loro vite.

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