martedì, Aprile 16, 2024
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Domenica delle palme in quarantena: “Non pensiamo solo a quello che ci manca”

Domenica delle palme e inizio settimana Santa: l’attesa della Pasqua vissuta da un credente in quarantena.

Oggi con la domenica delle palme, per un credente inizia la settimana Santa, la “settimana delle settimane”. Soprattutto in una città come Napoli, così legata alla tradizione, durante questo giorno c’è l’abitudine di iniziare la messa con una processione di adulti, ragazzi e bambini che agitano ramoscelli di ulivo. Una tradizione che riprende l’entrata di Gesù a Gerusalemme, qualche giorno prima della sua crocifissione. Eppure oggi, così come da circa un mese, la città di Napoli era vuota.

Non è certo facile dal punto di vista di un cristiano vivere questi giorni senza le celebrazioni del triduo pasquale, ma soprattutto senza la propria comunità parrocchiale, senza la vivacità che si crea in una chiesa al momento del segno della pace. Già dal 9 marzo, infatti, la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha dato lo “stop” alle messe, pur consentendo alle chiese di rimanere aperte al personale, nel rispetto del DPCM emanato lo stesso giorno.

Consentire la partecipazione alla messa almeno a Pasqua?

C’è tuttavia chi chiede il permesso di poter consentire la partecipazione alla messa almeno domenica prossima, a Pasqua. Ad esempio, Matteo Salvini ha avanzato tale richiesta, facendosi forse portavoce anche di altri credenti:

«Sostengo le richieste di coloro che chiedono, in maniera ordinata, composta e sanitariamente sicura, di farli entrare in chiesa. Far assistere per Pasqua, anche in tre, quattro o in cinque, alla messa di Pasqua. Si può andare dal tabaccaio perché senza sigarette non si sta, per molti è fondamentale anche la cura dell’anima oltre alla cura del corpo. Spero che si trovi il modo di avvicinare chi ci crede».

Andare a comprare le sigarette nuoce di più al proprio organismo, rispetto alla partecipazione ad una messa. Questo è certo. Eppure siamo in un periodo critico nella lotta al coronavirus. Per quanto un credente possa sentire la mancanza della celebrazione eucaristica, il buon cristiano non lo si riconosce dal “fare il cristiano”, ma dall’ “essere cristiano”. Celebrare una messa in tre, quattro o in cinque sarebbe triste quanto non assistervi.

L’invito di papa Francesco

Venerdì 27 marzo, la benedizione urbi et orbi di papa Francesco ha commosso il mondo. L’immagine di un uomo anziano che percorreva sotto la pioggia una piazza San Pietro vuota è sicuramente un pezzo di storia, per credenti e non.

Ancora oggi, durante l’omelia per la messa della domenica delle palme, il papa ha dato l’input per come vivere al meglio l’imminente settimana Santa.

«Il dramma che stiamo attraversando ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto, a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore. Allora, in questi giorni santi, a casa, stiamo davanti al Crocifisso, guardate il Crocifisso, che è la misura dell’amore di Dio per noi. (…) Cerchiamo di contattare chi soffre, chi è solo e bisognoso. Non pensiamo solo a quello che ci manca, ma pensiamo al bene che possiamo fare».

Pensiamo quindi al bene che possiamo fare semplicemente restando a casa. Contattiamo chi soffre e diamo spazio alla creatività per poter vivere al meglio la settimana Santa, anche se distanti. Inoltre in sostituzione delle celebrazioni alle quali non si può partecipare, molte parrocchie stanno già organizzando iniziative attraverso il web. Ad esempio, la parrocchia di Santa Maria della Salute (Napoli, quartiere Avvocata, limite Arenella) è diventata celebre per le messe sul terrazzo, alle quali i fedeli possono partecipare tramite facebook (per saperne di più, clicca qui).

Insomma basta poco per fare comunità. Oggi è senza dubbio una particolarissima domenica delle palme, ma bisogna quindi prendere l’imminente settimana Santa come metafora di questo periodo. Un periodo buio, che certamente terminerà con una rinascita.

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