martedì, Dicembre 10, 2024
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Covid, coprifuoco alla movida ma sono i trasporti il problema

Fronte sindacale chiede livelli di sicurezza per utenti e personale dei trasporti pubblici. Anm e Eav: «rispetto limiti in base alle norme in vigore. Servirebbe differenziazione orari uffici, negozi, scuole» 

Il mondo dei trasporti locali è stato scosso mercoledì dal post social di un sindacalista della Usb, Adolfo Vallini, il quale ha dichiarato: «Tutti a cercare soluzioni per arginare il virus, nessuno che si accorga della pericolosità dei trasporti pubblici. Bisogna tornare alla capienza massima del 60%, è necessario prevedere costanti igienizzazioni delle parti maggiormente a contatto con il pubblico». Quelle parole hanno riacceso l’attenzione sui trasporti poco sicuri sul fronte del contagio. Ieri mattina Antonio Bassolino, che abitualmente si muove in autobus, ha scritto: «Così non va bene. Non si può viaggiare in queste condizioni mentre i contagi aumentano. Si intervenga, per piacere: ognuno per la sua parte e finalmente tutti assieme».

Però la questione dei trasporti continua a restare ai margini delle decisioni sull’emergenza Covid, e le aziende di trasporto, chiamate direttamente in causa, si difendono spiegando che le norme consentono di arrivare a quei livelli di riempimento. L’altro giorno fu l’Anm a chiarire che il rispetto delle norme è rigoroso, ieri è sceso in campo il presidente di Eav Umberto De Gregorio: «È vero, nelle ore di punta i treni sono affollati, ma nei limiti consentiti dalla norma in vigore. Certo ci possono poi essere situazioni particolarmente critiche, ma sono casi del tutto isolati. Se tutto viene aperto è inevitabile che si ritorni all’affollamento dell’epoca pre-Covid. Servirebbe una differenziazione negli orari di ingresso in uffici pubblici e privati, nei negozi e nelle scuole. Ma di questo nessuno parla».

Nel frattempo tutto il fronte sindacale, compatto, chiede con vigore che vengano aumentati i livelli di sicurezza rispetto al contagio, sia per gli utenti che per il personale. La questione riguarda più direttamente gli autisti dei bus che restano per ore nell’abitacolo assieme a centinaia di persone, ma anche i controllori che hanno diretto contatto con i pubblico, gli operatori delle funicolari che nelle stazioni si trovano spesso assieme ai viaggiatori. Di recente si è sviluppato un piccolo focolaio nel gruppo del Vomero e la tensione è cresciuta quando due dipendenti considerati negativi dopo i controlli aziendali, hanno accertato la loro positività tramite tampone: questo evento ha inasprito le richieste sindacali per ottenere esami più accurati per tutto il personale.

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