venerdì, Aprile 19, 2024
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Napoli, la Sirena che vive immersa nella propria Bellezza

Napoli è molte cose, forse addirittura troppe, ma, soprattutto, Napoli è una città profondamente amata.

Se non vi è mai capitato di visitarla ma avete ascoltato chi l’ha fatto e soprattutto chi magari ci ha vissuto, sicuramente avrete sentito nella voce di chi vi racconta della città un’amore così profondo e appassionato da apparire ai vostri occhi addirittura bizzarro. Ci sono molte persone amano la propria città, il proprio paese, il luogo dove hanno scelto di vivere – ma quasi nessuno racconta della propria terra con l’affetto appassionato con cui i Napoletani si riferiscono alla propria città.

Napoli si fa amare subdolamente. Se camminerete troppo a lungo tra le sue strade, la città s’infilerà sotto la vostra pelle senza che nemmeno ve ne accorgiate. Napoli non si dimentica e non vi permetterà di farlo: quando vi allontanerete dal vociare dei suoi quartieri, che pensavate di non sopportare, vi mancheranno persino i rumori più molesti; quando vi ritroverete tra viali alberati di altre città, bellissime e ordinate, sentirete la mancanza delle strade troppo strette, della folla sgomitante e persino di quei san pietrini sconnessi dove vi capitava sempre di inciampare.

Napoli non è solo pietra e mura, è viva e, se non starete attenti, se la guarderete troppo a lungo negli occhi, vi lancerà un incantesimo. Anche se vi allontanerete da lei, non lo farete mai davvero; e forse è per questo che ci sono tutti questi fantasmi, nelle storie di questa città: perché nessuno la vuole abbandonare – oppure, forse, perché nessuno può farlo.

La Fermata della Metropolitana di Via Toledo

Partenope, dicono le leggende, è una Sirena, ma forse è anche una Strega. Dietro ogni benedizione nasconde un maleficio, e, alla fine, sarete tutti incatenati alla città, che lo vogliate o meno. Vi mancherà sempre, anche se vi farà impazzire con i suoi difetti; la maledirete sempre, anche se, dopo averci vissuto, nessun luogo riuscirà più a farvi sentire a casa. Napoli è intensa, illuminata e buia come un dipinto di Caravaggio, tenera e dura come un neonato di pietra. Ve la porterete per sempre dietro, come una catena d’oro, preziosa e bellissima, pesante e crudele.

Napoli è una città profondamente amata, e l’amore di cui è stata caricata da parte dei suoi abitanti nel corso degli anni, dei secoli, dei millenni è superiore, addirittura, alle tonnellate di odio con cui hanno cercato di seppellirla. Ma Partenope non muore, non è solo una Sirena, non è nemmeno solo una Strega – è una Fenice che rinasce dalle proprie ceneri, un seme che continua a sbocciare anche nel buio in cui è sepolto.

Caravaggio

La frastornante bellezza quotidiana di Napoli

Napoli non lascia indifferenti, ed è per questo che è sempre stata fonte d’ispirazione per gli artisti. Non importa che si parli di letteratura o di arti visive, di teatro o di musica: Napoli, almeno fino alla fine dell’ottocento, è sempre stata una delle mete favorite dei giovani artisti e anche dei rampolli delle famiglie nobili del resto d’Italia e d’Europa.

Goethe ne rimase ammaliato e sconvolto; il già citato Caravaggio visse in questa città anni fondamentali per le sua arte e per la sua formazione; Virgilio e Leopardi scelsero di viverci e morirvi.

Con i suoi eccessi, positivi e negativi, Napoli è stimolante e folle, galvanizzante. Per questo, non solo i suoi musei strabordano di opere d’arte antiche e nuove, ma anche le sue strade. Chi vive qui quasi non ci fa più caso, ma la verità è che l’arte, a Napoli, è ovunque: ogni angolo è decorato, ogni passo è scandito da statue, monumenti, residui di un passato incredibilmente ricco e complesso. Se siete affamati di bellezza, per saziarvi qui non avrete bisogno nemmeno di pagare il biglietto di un museo: la meraviglia è ovunque, in ogni luogo, perfettamente integrata nella vita quotidiana degli abitanti della città.

Quella che spesso viene scambiata dagli altri per incuria, infatti, in verità non lo è – o, almeno, non è solo questo. Qui si tende a non chiudere l’arte in una stanza, a circondarla di vetri e nastri di velluto: la bellezza è messa a disposizione di tutti, appartiene alla città e ai Napoletani, che possono toccarla, viverla e renderla propria.

Napoli si specchia continuamente nella sua bellezza, la sua arte si rinnova attraverso gli occhi e le mani e i ricordi dei cittadini; non passa mai di moda, non si riempie mai di polvere, è sempre viva.

La Real Cappella del Tesoro di San Gennaro

Partenope, l’amore, l’arte e la vita

Ma non soltanto gli artisti del passato si sono lasciati sedurre e ispirare da Napoli.

Recentemente, le strade si sono abbellite di opere contemporanee come, per esempio, la scultura “Look Down” – un neonato raggomitolato in posizione fetale e legato al terreno a una catena – dell’artista Jago a Piazza del Plebiscito. ; oppure come le decine di murales di Jorit, rappresentanti volti noti e importanti – come Maradona, Ilaria Cucchi, San Gennaro, il dottor Cardarelli – disseminati per la città.

Napoli è una cosa viva, è una citta sacralmente profana che crea arte viva attraverso le mani degli artisti che si ritrovano entro le sue mura. L’arte di Partenope è una lettera d’amore a questa città, a queste vie e piazze; l’arte, a Napoli, è di tutti, è per tutti, tanto di coloro che hanno le capacità e il desiderio di disquisirne in libri e trattati tanto quanto di chi non riesce a trovare un uso migliore delle Piazze che sedersi sulle loro scalinate.

Napoli è fatta d’arte, vivere a Napoli è un’arte; se la visiterete, tra castelli, colonne, sculture e murales, vi renderete conto anche voi che, più di un museo a cielo aperto, questa città è un eterno cantiere, un’inesauribile fucina che continuerà a generare cultura, musica, dipinti e letteratura, senza fermarsi mai, fino alla fine del mondo.

La scultura “Look Down” dell’artista Jago

 

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