sabato, Aprile 20, 2024
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Dal 2023 niente più canone Rai nelle bolletta dell’elettricità

Un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Misto) al decreto Energia approvato ieri alla Camera ha decretato la rimozione del Canone Rai dalle bollette elettriche dal 2023. Accettato dal Governo e portato in Aula da Vannia Gava, Sottosegretaria per la Transizione ecologica – come raccomandazione, è stato poi accolto con riformulazione, cioè senza dover essere posto ai voti. L’odg prevede di “adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il Canone Rai”. Paxia ha sottolineato che così si dà “seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Unione europea di scorporare il Canone Rai” in quanto “onere improprio”.

Il canone per la tv pubblica si paga con la bolletta dal 2017, introdotto con un provvedimento dal governo Renzi con lo scopo di combattere l’evasione. Per questo motivo oggi l’Usigrai ((Unione Sindacale Giornalisti Rai) esprime preoccupazione per una possibile nuova crescita dell’evasione: “Il Canone italiano – ricorda in una nota – è il più basso in Europa, così come il numero di giornalisti in organico, in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte. A fine marzo, in un documento approvato all’unanimità dall’assemblea, i Cdr della Rai chiedevano che fosse garantita la certezza delle risorse disponibili ogni anno per il servizio pubblico radiotelevisivo, con la restituzione alla Rai dell’intera quota del Canone versato dai cittadini, il cosiddetto extra-gettito, in tutto 200 milioni all’anno, considerando anche il taglio strutturale del 5%, che spettano al Servizio Pubblico da anni”.

Il rischio attuale è che lo scorporo dalla bolletta dia nuovamente il via libera all’evasione del Canone: “Se cosi fosse, ad essere in pericolo sarà il servizio pubblico, già negli anni gravato dal prelievo forzoso di 150 milioni (su cui pende un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica), un buco di bilancio – giova ricordarlo – che dovette essere ripianato collocando in borsa il 33% delle azioni Rai Way”. Usigrai intende quindi conoscere “quali strumenti metterà in campo il Governo per la riscossione del Canone televisivo. Il decreto legge, in questo senso, è troppo vago. Non basta adeguarsi alle indicazioni della Commissione europea: bisogna individuare delle soluzioni che mettano al riparo il servizio pubblico radiotelevisivo. La certezza delle risorse è garanzia della nostra autonomia e indipendenza: a questo deve, imprescindibilmente, seguire la riforma della Rai per liberarla dal controllo e dall’ingerenza dei partiti”, conclude la nota.

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