venerdì, Aprile 19, 2024
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“Fuori dal seminario” e Iran: l’evento che unisce musica e popoli

Fuori dal seminario si è tenuto presso la chiesa Scalze di Napoli ed ha unito amanti delle percussioni ed il gruppo “Officine percussive”. Il tutto diretto da Enrico del Gaudio e Mohssen kasirossafar

di Nicolaos Nicolau

La musica è da sempre il filo conduttore che unisce tradizioni lontane e vicine. Si tratta di un elemento capace di abbattere qualsiasi muro geografico ed ideologico. A confermarlo è il ciclo di incontri organizzato da “Officine Percussive”, coordinato da Enrico del Gaudio ed in collaborazione per il suo primo incontro con Mohssen Kasirossafar. Entrambi pilastri della musica a  percussione in Italia. “Fuori dal seminario” è stato l’evento capace di unire due tradizioni molto lontane, quella persiana e quella napoletana grazie alla mediazione di Francesco Paolo Manna, culture entrambe portatrici di un ampio bagaglio musicale . A fare da sfondo a tale unione sarà la collaborazione con l’associazione Le Scalze di Napoli, la quale ha ospitato il gruppo all’interno della chiesa in pieno centro. Durante l’incontro i protagonisti sono stati alcuni strumenti a percussione di origine iraniana (lo Zarb  دربوكة‎  ed il دف Daf)  e la straordinaria esibizione-lezione del maestro Mohssen. Quest’ultimo, proveniente dall’ormai non lontana città iraniana di Esfahan.

Proprio da questa antichissima città dell’altopiano iranico, circondata dai monti Zagros e dominata per anni da sasanidi e selgiuchidi, aghà Mohssen partì per arrivare in Italia nel lontano ’79. Ispirato dalla cultura italiana ma soprattutto dai grandi classici cinematografici, che a quel tempo venivano frequentemente girati in un Iran libero e spensierato. Un’immagine difficile da realizzare negli ultimi anni, a seguito della rivoluzione khomeinista del 1978-1979 è cambiato tutto ci spiega Mohssen. Infatti, a soffrire il regime non saranno soltanto le persone ma anche la musica. Il musicista ha raccontato di tradizioni sonore millenarie, sviluppatesi in Persia e frutto di più culture.

Mohssen kasirossafar
Mohssen kasirossafar

 L’ Iran in percussione

Un particolare sguardo sulla quotidianità di una classica famiglia iraniana, ci rivela le grandi differenze tra il rapporto che ha con la musica e tradizioni rispetto a quello di un classico nucleo familiare occidentale. Attualmente, anche se di matrice secolare, il popolo iraniano ha una grande consapevolezza della propria musica anche al di fuori del suo aspetto professionale. Secondo i numerosi esempi di Mohssen, è consistente il numero di giovani persiani appoggiati dalla propria famiglia per studiare la musica e le tradizioni del paese. Uno stimolo altrettanto forte sono gli ultimi 40anni vissuti sotto l’ombra di una teocrazia sempre più vacillante. Insomma il ritmo in casa è determinato sia dal forte vento rivoluzionario sia dall’ottima forma di insegnamento che può garantire.

In un secondo momento , Il maestro percussionista, si è esibito in un  breve sketch con gli amici di Officine Percussive seguito  da un approfondimento teorico. In quest’ultimo, particolarmente intriganti le spiegazioni sulle varie aree e suddivisioni della ritmica adottata su alcuni strumenti tradizionali. Una ritmica unica, mai approdata in occidente che fonda le sue radici in India. Riguardo il lato educativo del ritmo, Mohssen ha recitato una breve poesia in lingua persiana costruita con il ritmo dello strumento. Infatti, in oriente le frasi ritmiche possono dipendere dalle metriche di poesie, voci, frasi melodiche e soprattutto accenti. In conclusione, si è anche parlato di come sviluppare uno stile musicale proprio,  grazie all’uscita dalla scrittura schematica e all’aggiunta dell’esperienza. تجربه come consapevolezza di tutte le lingue del mondo.

Focus, le immagini mostrano alcuni dei classici strumenti presenti in ogni casa iraniana e mediorientale: lo Zarb ed il Duf. Entrambi strumenti a percussione, il primo di origini africane e ricavato nell’ultimo millennio soprattutto dal legno. Mentre nel secondo, è determinante la pelle (di origine animale). Quest’ultima viene tirata al massimo per migliorare l’acustica dello strumento, la sua produzione dipende da pelli animali diverse a seconda della regione in cui viene elaborato. Alcune superfici sono infatti ricavate anche dalla pelle dei pesci, sul Golfo Persico.

Parlando d’attualità

In conclusione, è stato impossibile per Mohssen evitare il discorso sul corrente stato del proprio luogo di nascita. Attraverso le domande dei più curiosi e al nobile sfogo del maestro, si è discusso anche della rivoluzione rosa a seguito dell’uccisione di Mhasa Amini a Teheran. Il punto di vista del musicista permane di carattere rivoluzionario, con un’insolita critica al peso della religione islamica. La via della seta e la via di Dio bisogna conquistarle ci spiega, l’islam è un culto d’ interpretazioni e la sua parte migliore è Sufi. Bisogna credere nel lato illuminato dell’islam, quello mistico e non quello sanguinario.

 

Nicolaos Nicolau
Nicolaos Nicolauhttps://www.instagram.com/nicogreek_69/
Studente universitario presso il DISP dell'Università Federico II di Napoli
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