giovedì, Aprile 18, 2024
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Mentre Giulia Tramontano tornava a casa Alessandro Impagnatiello cercava come pulire bruciature nella vasca da bagno

I dettagli che emergono dall’inchiesta che ha portato all’arresto di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano sono agghiaccianti. Una doppia vita che l’assassino reo confesso della 29enne di Sant’Antimo al settimo mese di gravidanza non ha più saputo gestire.

Dalle chat di Whatsapp sono stati ricostruiti gli ultimi messaggi reali che Giulia ha inviato al compagno. Il clima era teso perché all’Armani Bar ci sarebbe dovuto essere l’incontro tra Giulia, la 23enne americana e il barman. Ma quest’ultimo non si presenta e le due donne scoprono della doppia vita del 30enne di Senago.

Il 27 maggio alle 18.26 Giulia scrive ad Impagnatiello: «Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora. E gran pezzo di merda che non sei altro, quella è casa MIA e tu non devi farci entrare nessuno, hai capito?!… Hai fallito nella vita. Due figli con 2 madri diverse…». Due minuti dopo: «Sto tornando a casa, fatti trovare». Dopo questo ultimo messaggio non risultano più invii da parte del cellulare di Giulia verso l’utenza dell’indagato, ma sono invece presenti numerosissimi messaggi inviati dallo stesso all’utenza della vittima, tutti senza risposta. Uno dei tanti tentativi di depistaggio falliti.

Ma controllando la cronologia delle ricerche di Alessandro Impagnatiello, i Carabinieri si rendono contro che i suoi pensieri erano ben altri. Già il 26 maggio cercava su Google altri casi efferati di cronaca nera. Mentre il 27 maggio, pochi minuti prima che Giulia tornasse a casa, aveva già bene in mente il piano da mettere in atto, dato che cercò «ceramica bruciata vasca da bagno».

Proprio per questo e tanti altri dettagli la Procura della Repubblica di Milano ha contestato al 30enne l’omicidio aggravato volontario, soppressione di cadavere e procurata interruzione della gravidanza. Nei giorni successivi, mentre i Carabinieri lo controllano, continua a fare ricerche su Google che lasciano ben poco spazio all’interpretazione. Fino a pochi attimi prima che i Militari entrassero in casa navigava in internet con la speranza di trovare metodi per ripulire le macchie di sangue. Il resto di questa terribile storia è oramai di dominio pubblico, anche se, come hanno confermato i Carabinieri durante la conferenza stampa di giovedì mattina, molti aspetti della dinamica dei fatti dovranno essere chiariti e approfonditi. Questo perché Impagnatiello non è credibile nella sua confessione e sei suoi tentativi continui di depistare le indagini.

Un altro aspetto che andrà approfondito riguarda quello che è accaduto tra Giulia e la 23enne ex collega dell’assassino. Da quanto sta emergendo, pare sia nata una sorta di reciproca comprensione tra le due, che si sono rese conto di essere state raggirate dal 30enne. Durante la notte tra sabato e domenica, poche ore dopo l’omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello contatta l’altra donna per un incontro ma questa capisce che qualcosa di terribile è successo e nega all’assassino la possibilità di vedersi faccia a faccia.

In una nota il Gruppo Armani ed Emaar Properties Pjsc, azienda proprietaria di Armani Hotel, esprime “il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia di Giulia Tramontano“. E sottolinea come: già durante i giorni delle indagini, il signor Alessandro Impagnatiello era stato sospeso dalle sue mansioni di barman. Prendendo immediatamente le distanze.

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