mercoledì, Maggio 1, 2024
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Nell’antica Pompei esisteva già il voto di scambio

Iscrizioni elettorali all’interno di una casa emergono dagli ultimi scavi nell’area centrale dell’antica Pompei, come riportato nella rivista scientifica on-line del Parco archeologico di Pompei, l’ E-Journal degli Scavi di Pompei. E si scopre che già allora c’era il voto di scambio.

Non solo gli scavi hanno anche rivelato l’ultimo sacrificio sull’altare domestico avvenuto probabilmente prima dell’eruzione. Normalmente, queste scritte si trovano sulle facciate esterne degli edifici, dove il popolo poteva leggere i nomi dei candidati alle magistrature della città.

La presenza all’interno dell’abitazione – come spiegano gli autori del contributo- potrebbe però trovare una sua spiegazione nella prassi di organizzare, all’interno delle case dei candidati e dei loro amici, eventi e cene allo scopo di promuovere la campagna elettorale. Le iscrizioni invitano a votare un tale Aulus Rustius Verus, candidato per la carica di edile.
La casa, attualmente oggetto di scavo, apparentemente appartenente a un sostenitore di Aulo Rustio, forse un suo liberto o amico, ospita anche un panificio caratterizzato da un grande forno, nei pressi del quale, alcuni mesi fa, furono trovate tre vittime dell’eruzione, due donne e un bambino. La presenza del panificio è un fattore tutt’altro che secondario, anche nell’ottica della campagna elettorale nell’antica Pompei, dove quello che oggi si definisce “voto di scambio” era all’ordine del giorno, come spiega Maria Chiara Scappaticcio, professoressa di latino all’Università Federico II a Napoli e co-autrice dello studio:

Edili e fornai collaboravano ai limiti della legittimità e, plausibilmente come Giulio Polibio, A. Rustio Vero potrebbe aver capito fin da subito, quando ancora brigava per diventare edile e nel pieno della sua campagna elettorale, che (soprattutto) di pane vive l’elettore“.

Aulo Rustio Vero verosimilmente finanziava, direttamente, l’attività del panificio con scopi sia economici che politici. Sull’altare in muratura del grande Larario (edicola sacra) dipinto, caratterizzato da due serpenti in stucco, noti in rarissimi confronti, sono stati, inoltre, rinvenuti resti di un’ultima offerta votiva, probabilmente avvenuta poco prima dell’eruzione.

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