giovedì, Maggio 2, 2024
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Stopbiocidio e stop ai cambiamenti ambientali: l’Assemblea Nazionale a Napoli

Come preannunciato da un enorme cartello sulla facciata del Maschio Angioino, oggi, domenica 3 marzo, è prevista a Napoli a partire dalle 10 una grande assemblea su clima e giustizia ambientale.

L’assemblea, che parte dal sud ma vuole avere una caratura nazionale, è una delle tappe di un confronto trasversale sui problemi ambientali che porterà al 23 marzo, giorno in cui è prevista una “Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili” a Roma.

I partecipanti

A Napoli i lavori saranno aperti da un intervento dei rappresentati dei pastori sardi in lotta, ma sono attese adesioni dai comitati No Tap in Puglia, No Muos (Contro le antenne Usa in Sicilia), No Grandi Navi a Venezia e, naturalmente, il popolo dei No Tav e dei No Triv.

L’organizzazione dell’assemblea, però, si deve soprattutto al comitato Stopbiocidio che, prendendo in prestito la categoria di “biocidio” dai medici che si sono occupati di alterazioni del DNA umano sottoposto a sostanze tossiche, da anni, in Campania, lotta una vera e propria “guerra dei fuochi”.

In difesa di ambiente, salute e territorio chiedono la fine dell’emergenza roghi, una gestione partecipativa dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, un nuovo piano regionale dei rifiuti, difesa dell’agricoltura e bonifiche. In tre parole: Giustizia ambientale e sociale.

Perché partire dal sud?

Perché un appello con una prospettiva meridionale in vista della grande manifestazione convocata per il 23 marzo? “Prima di tutto – chiariscono i promotori –  perché crediamo che questa prospettiva arricchisca quel grande percorso di attivazione e ricomposizione che sta attraversando il paese con una forza inedita e che ci ha portato a confrontarci, negli ultimi mesi, prima a Venezia, poi a Venaus e infine a Roma

“In secondo luogo – continuano – perché siamo convinti che il potere abbia sempre un’articolazione territoriale. La storia del mezzogiorno italiano è la storia di un territorio sottoposto ad una secolare predazione di risorse e manodopera a vantaggio di grandi imprese settentrionali che – come non bastasse – hanno negli anni appaltato alla criminalità organizzata meridionale lo smaltimento dei rifiuti. Al nord fabbriche e sfruttamento del lavoro degli operai meridionali, a sud discariche e roghi tossici. In questo senso il punto non è contrapporre un ipotetico Sud sottosviluppato ad un generico Nord a capitalismo avanzato: si tratta, invece, di leggere i dispositivi di potere tramite i quali il connubio di grandi imprenditori, ecomafie e politica ha prodotto – contemporaneamente – subordinazione del lavoro e sottrazione selvaggia di risorse.

L’appello in vista della Marcia contro il clima a Roma

L’appello che si lancerà oggi è, dunque, rivolto a comitati, movimenti, associazioni, medici di base, ricercatori, studiosi affinché si possano “ ribaltare i rapporti di forza e sfidare la controparte attraverso le mobilitazioni territoriali e nazionali e definendo e praticando alternative credibili e sostenibili. L’orizzonte a cui guardare è l’autogoverno dei territorio e la capacità di interrogarsi costantemente su cosa, come, dove e per chi produrre”.

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