mercoledì, Aprile 24, 2024
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Napoli Teatro Festival, tutte le novità della XII edizione

Non poteva esserci location più suggestiva del Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli per presentare la dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia.

Come di consueto nel periodo estivo, dall’8 Giugno al 14 Luglio, l’intero territorio campano sarà animato da oltre 150 eventi e circa 40 luoghi scelti per valorizzare le bellezze paesaggistiche e culturali della nostra regione.

La rassegna, diretta per la terza volta da Ruggero Cappuccio, è stata realizzata con il sostegno della Regione Campania, in primis del governatore Vincenzo De Luca, e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Alessandro Barbano, l’ormai ex direttore del quotidiano Il Mattino.

Napoli Teatro Festival: nasce la sezione Teatro Ragazzi

Il programma di quest’anno organizzato in 12 sezioni, una in più rispetto agli anni precedenti, vede sulla scena 19 prime internazionali tra prosa e danza e ben 44 prime di spettacoli italiani, confermandosi come una delle realtà del settore più interessanti e ricche non soltanto dal punto di vista spettacolare, ma anche nella sua accezione più marcatamente interdisciplinare.

Come hanno potuto sottolineare le istituzioni che hanno dato voce a questa iniziativa nei nomi di Anna Imponente -Presidente del Polo museale della Campania-, Alessandro Barbano, Vincenzo De Luca e Ruggero Cappuccio, il Napoli Teatro Festival si contraddistingue per la sua interdisciplinarietà, aperto non solo alle arti dello spettacolo dal vivo, ma anche al cinema, alla letteratura, alla sperimentazione, perciò si configura come un’esperienza culturale a tutto tondo, in cui si innestano sete di conoscenza e desiderio di innovazione.

L’innovazione è infatti la parola d’ordine nella costruzione del NTF, come anticipato alle 11 sezioni già consolidate -Italiana, Internazionale, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Laboratori, Progetti Speciali- si aggiunge la nuova sezione dedicata al Teatro Ragazzi, proposto dalla Puglia Showcase Kids. Si tratta di un’iniziativa promossa dalla Regione Puglia e ideata e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, in cui ci saranno momenti di approfondimento oltre che spettacoli rivolti ai ragazzi. Un Festival che guarda al futuro, alla multiculturalità considerando la provenienza di numerose pièce dalla Spagna, alla Cina, dall’Argentina, alla Lituania grazie ai fondi forniti dal programma Europa Creativa che ha consentito l’incontrarsi di culture e modi di approcciarsi al teatro così diversi e stimolanti.

Le nuove location

Anche i luoghi della città che accoglieranno le performance si arricchiranno di location suggestive come Palazzo Venezia, il Lanificio Borbonico nel complesso di Santa Caterina a Formello, oltre che il maestoso Palazzo Reale che torna ad essere la casa madre del Festival, senza escludere la collaborazione con il Pompeii Theatrum Mundi in coproduzione con il Teatro Stabile di Napoli, che ci porta nella soffusa atmosfera del cosiddetto teatro antico.

Il ricordo di Eimuntas Nekrosius e Pina Bausch

Non mancheranno novità in questa dodicesima edizione, che si apre con lo spettacolo ZINC in memoria del grande drammaturgo lituano Eimuntas Nekrosius. Ed è percorrendo il filone della memoria che nel decennale della scomparsa di Pina Bausch, una delle grandi innovatrici della danza contemporanea e dell’arte teatrale del ventesimo secolo, il NTF in collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee presenteranno il Progetto Pina Bausch, il cui prologo verrà mostrato già nelle date estive con Moving Pina: una conferenza danzata sulla poetica, la tecnica e la creatività della coreografa tedesca,  ma il Progetto nella sua versione integrale sarà mostrato al pubblico in autunno.

Ruggero Cappuccio: “Il teatro è l’ultimo avamposto della metafora”

Se davvero esiste un tema in questa congerie teatrale che si appresta a concretizzarsi da qui a pochi mesi, quello sarebbe l’inclusione, un’inclusione spirituale che consente di godere della magia del teatro liberamente, con un’ampia possibilità di scelta, perché ricalcando le parole di Ruggero Cappuccio, la vera cultura è interesse di chi non dispone di somme ingenti di denaro con cui perseguire le tendenze artistiche, ciò che ha inficiato il concetto stesso di cultura riducendola a mero collezionismo. Ed è proprio nelle parole toccanti del direttore artistico della rassegna che si nasconde il vero cuore pulsante del Napoli Teatro Festival:

Il teatro è l’ultimo avamposto della metafora, c’è una crisi di metafora in Italia, la metafora diventa al di là della figura linguistica, uno specchio in cui si riflette la congiunzione tra essere umano e cosa, la lingua è in crisi, sui giornali, sui mezzi di comunicazione, c’è crisi di metafore, però la metafora non riguarda soltanto le lingue, riguarda la pittura, la scultura, la letteratura, la concezione dell’arte in generale. Ma perché secondo me il teatro è l’avamposto della metafora? perché è un proiettore che produce intermittenza, suscita l’idea del fulmine, perché una vecchia sedia è un trono, e questo perché c’è la complicità tra chi siede in platea ed è vivente e la complicità di chi è sul palcoscenico ed è vivente. Perché il teatro celebra un concetto che è addirittura superiore a quello di democrazia cioè quello di comunione, la democrazia lascia sempre degli scontenti, la comunione no. Le scritture contemporanee in questo Festival fanno sì che la metafora difenda le persone dall’abbassamento di tutti i livelli culturali, ogni volta che un popolo perde una parola perde un sentimento e ogni volta che un popolo perde un sentimento, generalmente, perde una parola”.

Non resta che augurarsi, allora, che a perdersi non siano le parole se ne consegue una perdita di sentimenti, ma che siano gli insulti a cadere nell’oblio, magari ne risulta un perdersi di angherie. E se il teatro favorisce il proliferare della parola, delle emozioni, dei pensieri e dei sogni che il Napoli Teatro Festival, nella sua dodicesima edizione, possa essere epifania di un mondo in cui la cultura sia alla base della società e non ai margini.

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