venerdì, Aprile 19, 2024
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La Recensione – “Uno, nessuno e centomila” con Paolo Cresta al Maschio Angioino

“Uno, nessuno e centomila” con Paolo Cresta (suoi l’adattamento e la regia) per “Il Pozzo e il Pendolo” in rassegna al Maschio Angioino, ci è piaciuto e ci ha stupiti: creatività, bravura che supera le aspettative e un teatro itinerante che funge da valore aggiunto alla grande bellezza napoletana. 

“Il Pozzo e il Pendolo” non smette di offrire al pubblico spettacoli di qualità, rassegne allettanti e originalità nella rappresentazione e nelle idee e non possono mancare ovviamente scenari mozzafiato che la bella Napoli permette di “sfruttare”, scenari che rendono onirico il teatro e ogni rappresentazione, seppur portata in scena in mille modi diversi, riesce a unica e mantiene viva questa sua particolarità nella mente dello spettatore che non può far altro che alzarsi in piedi e applaudire la grandezza di sapere essere altro da se stessi.

Questo non è niente di più e niente di meno di quanto successo con Paolo Cresta che ha portato brillantemente in scena “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello, l’8 settembre al Maschio Angioino, nell’ambito della rassegna “Brividi d’Estate 2019 – Settembre al Castello”, diretta da Annamaria Russo. In scena un uomo, solo, avvolto in un disegno di luci, si rivolge direttamente al pubblico, proprio come il romanzo si rivolge direttamente al lettore e mentre Paolo Cresta recita (ha curato anche la regia), sembra di rivivere le stesse sensazioni provate alla lettura del romanzo pirandelliano.

Paolo Cresta in “Uno, nessuno e centomila”.

Lo stupore, la compassione e la presa di coscienza di sé e del mondo intorno a noi che ci costringe a realizzare il protagonista, Vitangelo Moscarda, è forte e ingombrante, anche in un cortile monumentale, nel bel mezzo di uno spettacolo teatrale. Monologo, trama e coinvolgimento emotivo dello spettatore: in questa rappresentazione non manca nulla.

Racconta la sua storia e nel farlo si confida, rivive il suo lancinante viaggio interiore. Da un semplice specchio, emerge per il protagonista, un volto di sé finora ignorato, provocando in lui una profonda crisi e l’agghiacciante consapevolezza che la sua immagine negli occhi degli altri è lontana anni luce da quella che ha di se stesso. Egli non è uno come aveva creduto sino a quel momento, ma centomila, nel riflesso degli altri e quindi non è nessuno. Una realtà banale e paradossale che determina il rapporto con se stessi e gli altri, è il fil rouge di una storia nella quale ciascuno di noi si riconosce senza dubbio.

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