domenica, Maggio 5, 2024
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Una donna muore dopo aver rifiutato una trasfusione

Accade nel reparto chirurgia dell’ospedale di Piedimonte Matese (CE). Una donna testimone di Geova, per il suo credo, rifiuta una trasfusione di sangue e muore per emorragia.

Venerdì sera, una donna testimone di Geova è stata ricoverata per una forte gastrite, che aveva causato un’emorragia interna. Al momento del ricovero però la donna (65 anni) aveva chiesto di fare il possibile per essere salvata, eccetto trasfusioni di sangue, per motivi religiosi. Proprio questo rifiuto per l’unica cosa che l’avrebbe salvata, ne ha causato la morte.

Ecco le dichiarazioni del primario del reparto chirurgia dell’ospedale casertano:

«Sono 30 anni che faccio il chirurgo ed è la prima volta che rimango impotente contro una decisione drastica di una mia paziente che per motivi religiosi rifiuta le cure e muore. Ho lasciato sulla mia pagina social un commento amaro su questa triste storia e non pensavo che avesse tanto scalpore. Ho ricevuto tante telefonate da colleghi e amici che la pensano come me. Rispetto le idee di tutti ma il mio compito è fare di tutto per salvare una vita umana. Sono rimasto basito perché la donna poteva salvarsi come è successo in due altri casi, sempre persone testimoni di Geova».

Gli altri due casi di cui parla il chirurgo riguardano un minorenne, per il quale si chiese il permesso al tribunale dei minori e un paziente in stato di incoscienza, per il quale quindi i medici hanno preso loro la decisione di procedere con la trasfusione.

Venerdì sera purtroppo la vicenda si è conclusa diversamente, eppure i figli della signora approvano la scelta della madre.

Le dichiarazioni dei figli

I figli della donna testimone di Geova intervengono a favore della scelta della madre scrivendo una lettera:

«Amavamo molto nostra madre e l’abbiamo sempre ammirata per la sua fede e il suo coraggio, oltre che per l’amore che aveva per la vita. Anche per rispetto nei suoi confronti ci sentiamo obbligati a fare le seguenti precisazioni. Come testimoni di Geova amiamo moltissimo la vita. Quando nostra madre si è sentita male l’abbiamo portata subito in ospedale perché venisse curata nel modo migliore possibile».

Nella lettera, i figli fanno anche riferimento a cure alternative alla trasfusione:

«Abbiamo anche rispettato la sua decisione di non ricevere trasfusioni di sangue, consapevoli che esistono strategie mediche alternative che funzionano molto bene, anche in casi delicati. Purtroppo, quando nostra madre ha chiesto ai medici di curarla con ogni terapia possibile tranne che col sangue i medici non le hanno somministrato prontamente farmaci che innalzassero i valori dell’emoglobina. Lo hanno fatto solo due giorni dopo dietro nostra insistenza. Non hanno nemmeno fatto indagini strumentali che permettessero di trovare il luogo esatto dell’emorragia così da fermarla il prima possibile. Si sono limitati a chiedere insistentemente di praticare la trasfusione.Ma a cosa sarebbe servita se il problema di fondo era la perdita di sangue? Intanto le condizioni di nostra madre peggioravano inesorabilmente. Dal momento che non era in grado di sostenere un trasferimento in un altro ospedale, abbiamo fatto in modo che i medici locali ricevessero materiale scientifico su efficaci strategie alternative alle emotrasfusioni. Tali indicazioni però sono state recepite solo parzialmente e quando ormai era troppo tardi».

Per i figli la colpa è dunque da attribuire alle cure sbagliate dei medici e concludono così la loro lettera:

«Capiamo la frustrazione del primario, incapace di curare la paziente con strategie cliniche alternative alle trasfusioni. Tuttavia non accettiamo le sue affermazioni palesemente false».

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