venerdì, Aprile 19, 2024
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La giornata di fuoco in Senato. Conte: “Non serve crisi di governo”

Il discorso del Premier è iniziato verso le 9:40. A farla da padrone elogi al suo esecutivo, alla sua maggioranza che ha tenuto finora dando stabilità al paese. Ovviamente, non risparmia nemmeno critiche agli ex-alleati di Italia Viva, i “disseminatori di mine”. Il discorso si conclude con un appello all’unità. In tutto questo, ha già fatto scalpore la reazione di Renzi e delle due ministre ritirate dal governo, una sorta di “vaffa” al presidente del consiglio dopo le critiche che ha ricevuto il partito.

Successivamente, Casini e Monti annunciano il loro voto favorevole alla maggioranza, e tra loro c’è l’arrivo di Liliana Segre accolta con applausi. Dopo di loro, arriva l’approvazione dei socialisti.

Subito dopo, tocca a Balboni, portavoce di Fratelli d’Italia. Ovviamente, la critica arriva forte contro un premier definito opportunista, col volto cangiante a seconda di chi gli assicura la poltrona. Dopodiché, il senatore De Falco annuncia la fiducia al governo. Arriva un si anche da Fantetti, rappresentato del MAIE.

Emma Bonino, portavoce di +Europa, annuncia il suo voto negativo nei confronti di Conte, accusando il governo di essere debole e inadatto a gestire la situazione. Di Nicola, esponente 5 stelle, appoggia come era facile da aspettarsi il premier, definendo la crisi scatenata da Renzi come un “incubo” per gli italiani.

Dopo la sospensione della seduta per sanificazione, arriva il no secco di Toti, leader di “Cambiamo!”. Ma a sconvolgere in parte la maggioranza è il no di Masini, senatrice di Forza Italia che nei giorni scorsi sembrava essere parte del gruppo dei responsabili. Parola alla Segre, poi, che voterà si come aveva già precedentemente annunciato.

Nel frattempo, un’assemblea interna dei Senatori di Italia Viva sembra confermare la linea dell’astensione, confermando l’ipotesi di una maggioranza relativa e debole. La senatrice Lonardo, nel frattempo, annuncia il suo voto favorevole. Ella rientra nel gruppo dei costruttori. Il centro di Bonetti conferma la linea del no, ma non esclude una ipotetica collaborazione futura.

Il senatore Drago, ex 5 stelle, sembra far trapelare la linea del no, ma non esclude una possibile astensione. Crucioli, esponente 5 stelle, conferma il si ma esprime la sua perplessità nei confronti di un governo troppo eterogeneo che si trova ad affrontare una crisi senza precedenti. Prima di un’ulteriore sospensione, arriva la dura e aspra critica di Centinaio, esponente Lega, con un’altra accusa di trasformismo nei confronti di Conte.

Dopo la sanificazione, tocca a Renzi. L’intervento più atteso probabilmente. Le sue accuse sono forti, simili in qualche modo a quelle arrivate dall’opposizione, giudicando Conte come un trasformista che sta cambiando ancora una volta maggioranza e puntando il dito verso riforme inefficaci. Secondo Renzi, la scelta di Conte di non dimettersi è dannosa per le istituzioni e favorevole soltanto per il premier stesso.

Successivamente interviene Mirabelli del PD, che precisa come la crisi di governo non risolvi nemmeno uno dei problemi elencati precedentemente da Renzi. Bagnai, Lega, replica forte contro il governo e la maggioranza, unita soltanto per affossare Salvini.

Infine, arriva il discorso di chiusura di Conte. Non serve la crisi di governo per risolvere i problemi. Ancora appelli all’unità. Il voto si fa vicino.

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