martedì, Aprile 16, 2024
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Walt Disney e la magia del politically correct: l’ossessione per gli eccessi

Con 26 Premi Oscar su 59 candidature Walt Disney non è solo la personalità più premiata della storia del cinema, ma probabilmente anche la più discussa e bersagliata dagli alfieri del politically correct.

Ci sarebbe da ridere ma in realtà casi come questi fanno solo cadere le braccia: dal bacio non consensuale di Biancaneve, a Peter Pan, passando per Dumbo e gli Aristogatti fino all’addio del saluto “signori e signore” per rendere il parco più inclusivo.

Ma partiamo dal principio: correva l’anno 1933 e i primi a finire nell’occhio del ciclone furono proprio i poveri tre porcellini. In origine il Lupo, nella scena in cui si traveste da venditore di spazzole, indossava una maschera da mercante ebreo. Dopo l’uscita la scena fu modificata, ma era tardi: le accuse di antisemitismo verso Disney erano già montate.

A seguire in seconda posizione troviamo Dumbo con i corvi neri che sono stati identificati come caricature dei lavoratori delle piantagioni. Essi cantano, fra l’altro, “lavoriamo come schiavi” e il loro capofila è chiamato Jim Crow, come le omonime leggi che crearono e mantennero la segregazione razziale negli Usa fino al 1964.

La lista continua e il polically correct non lascia in pace nemmeno Mary Poppins. Razzista anche lei, almeno stando all’opinione dell’accademico Daniel Pollack-Pelzner.

Nel 2019, dalle pagine del New York Times, il professore condannò la scena del film in cui Julie Andrews balla sui tetti con lo spazzacamino Dick Van Dyke. Secondo Pollack-Pelzner, il volto di Andrews ricoperto di fuliggine ricordava il blackface, cioè un trucco teatrale usato dai caucasici per ritrarre attraverso stereotipi gli afroamericani.

Ancora in epoca recentissima, Disney+ ha deciso di proibire ai minori di sette anni alcuni dei suoi classici – tra cui il suddetto DumboGli AristogattiPeter Pan e Robinson nell’isola dei corsari – per contenuti discriminatori.

Arriviamo, infine, al capitolo sulle principesse, le quali viste oggi possono sembrare terribilmente retrogradi.

Perché i personaggi sono ossessionati dall’aspetto di Biancaneve? Come mai Cenerentola non ha nessun hobby o talento? E perché la bella addormentata non fa niente se non pungersi e aspettare di essere salvata? Tutto questo si legge in un articolo apparso nel 2016 sul Washington Post .

Sottolineando che il punto non è solamente come sono rappresentate le protagoniste. È anche necessario prendere in considerazione i mondi che le principesse abitano, chi li comanda, chi detiene il potere e, infine, chi parla. In molti casi, le principesse sono superate dagli uomini nei loro stessi film, in termini di battute.

A riaprire il dibattito è il San Francisco Gate. Il quotidiano californiano ha pubblicato un articolo che trae spunto dall’ultima novità arrivata in casa Disneyland sulla giostra BiancaneveSnow White’s Enchanted Wish: il bacio tra Biancaneve e il Principe sarebbe senza amore e senza consenso e quindi da abolire.

Ancora l’ultima novità arriva dal parco Disney World a Orlando, in Florida,che ha rimosso la frase “signore e signori, ragazzi e ragazze” da un saluto registrato, con l’obiettivo di diventare un “luogo in cui tutti sono i benvenuti”.

Insomma, il mondo incantato della Disney si sta trasformando sempre più rapidamente in un incubo distopico fatto di politically correct e asservimento totale al pensiero unico pro LGBT.

 

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