venerdì, Marzo 29, 2024
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Un turismo su misura: Artemisia Domus coniuga design e ospitalità in chiave storica ed elegante

Nuovo format di Sebastiano Liotta: una Domus ospitality, meditando con la nostra città d’arte napoletana, egli porta in serbo un’idea inverosimile quanto vera: realizzare un ambiente di lusso.

Una dimensione di progettualità, che prende forma in un palazzo nobiliare del 1700, un ex bordello che custodisce le precedenti mura storiche, restaurate e valorizzate, come patrimonio culturale, Sebastiano Liotta insieme all’ingegnere Roberto D’Ambrosio, designano quest’area, nei pressi di Piazza del Gesù, il fulcro della piena popolarità turistica.

Un environment  composto da un “Design” di riconoscimento mondiale,  un ingresso al dettaglio, di lavorazione artigianale, una boutique composta da lampadari vibia, sedie phanton, quadri astratti realizzati da Isabella Amato, da un leggero tocco green. ARTEMISIA è un vero e proprio emblema  totalizzante.

Lo scopo perseguito, non è improntato solo sul ristoro, segue una  psicologia ben precisa, che ha comportato il vero business: Il lusso sulla qualità del tempo, una teoria fondata con una dicitura diversa “non sei cliente ma ospite”, proiettare il singolo ma anche il forestiero, in un luogo che profuma di casa.

Un turismo di accoglienza e centralità, il cliente-ospite  orientato, rilassa la mente,  spazia il “tempo”, assorbe la cultura stessa,  le tradizioni, gustando colazioni mattutine  a km 0 e locali, e il nostro prodotto di appartenenza il caffè napoletano, puntando sull’eco-friendly, eliminando la plastica.

Sebastiano Liotta da avvocato ad imprenditore di successo, afferma che il suo forte amore per Napoli, città per lui insostituibile,  che ha generato questo luogo di affermazione; con la sua creatività, il suo appello imprenditoriale per i giovani: “devono fare esperienza sul campo, non assumo basandomi sul curriculum ma sulla persona”.

Rilascia il suo riconoscimento per la lotta contro la violenza, grazie ad un elaborato di: Emanuela Auricchio, utilizza  la pittura come protesta, ispirandosi alla giovane donna, una Artemisia ridisegnata, rivalorizzata e tutelata fino ad oggi, grazie anche l’intervento del TELEFONO ROSA.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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