venerdì, Maggio 3, 2024
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Disoccupazione, al sud 1 giovane su 2 non lavora: le prospettive future

Preoccupanti i dati per la disoccupazione nel Mezzogiorno: pesano livello d’istruzione e precarietà. Il governo cerca di rimediare con misure e Recovery Plan.

La piaga della disoccupazione al sud continua a mettere in ginocchio tanti giovani che, spesso, sono obbligati a trasferirsi altrove. Se durante il primo lockdown abbiamo assistito ad un rientro di cervelli soprattutto verso le regioni del sud grazie allo smartworking, la situazione dell’occupazione giovanile nel Mezzogiorno rimane pressoché tragica. Solo il 30% dei laureati delle regioni del sud, infatti, ha trovato occupazione: significa che solamente 1 laureato su 3 lavora. E la situazione si complica per le donne. E se si allargano i confini educativi, la situazione peggiora: una ricerca condotta da Confindustria afferma che al sud solo un giovane su 2 lavora. 

La differenza tra nord e sud, tuttavia, sembra risiedere proprio nell’educazione. Sebbene l’Italia in generale figuri tra i Paesi europei con la minor presenza di laureati tra i 30 e i 34 anni, è al sud che questo dato si aggrava ancora di più. Complice la precarietà di numerose occupazioni, tuttavia, i giovani meridionali non sono affatto incentivati a proseguire i propri studi. 

Flop dei concorsi pubblici

In quello che è considerato da fin troppo tempo il “cantiere d’Italia” le prospettive di un futuro stabile ed indipendente per i giovani rimane una speranza lontana e, soprattutto, precaria. Neanche il maxi concorso per il sud, alla ricerca di poco meno di 3000 posti per la pubblica amministrazione, è riuscito ad offrire gli esiti sperati. Su 2800 posti disponibili, infatti, solamente 1483 candidati sono risultati idonei: poco più della metà dei posti offerti. Alla base di questo flop le cause sono diverse. Uno dei fattori principali che ha influito sull’insuccesso parziale del concorso è la sua organizzazione. Nonostante le domande di iscrizione, infatti, i candidati presentatisi nelle sedi sono stati molti di meno, scoraggiati probabilmente dalla nuova modalità in cui si è svolto il concorso. Salari bassi e incertezza sulla durata dei contratti hanno poi ulteriormente scoraggiato i candidati.

Speranza Recovery Plan?

Gli occhi del Mezzogiorno sono ora puntati sul Recovery Plan. I 210 miliardi destinati alle regioni meridionali rappresentano una vera e propria occasione di riscatto, per raggiungere e finalmente allinearsi con le regioni del nord. I due terzi del totale dei fondi europei destinati all’Italia, infatti, andranno proprio alle regioni del sud e saranno destinati allo sviluppo rurale, regionale e al Fondo sociale. Per raggiungere lo scopo sarà inevitabile incrementare l’occupazione, in particolare quella giovanile. Ma l’incremento dell’occupazione non dovrà essere semplicemente un fine: esso dovrà soprattutto rappresentare un mezzo attraverso il quale il divario tra nord e sud diventi, finalmente, storia passata. 

I primi passi della legge di bilancio

Già qualcosa si sta facendo, però, affinché i dati sull’occupazione giovanile migliorino non solo al sud, ma in tutta Italia. La Legge di bilancio del 2021 ha adottato alcune misure affinché sia incentivata l’assunzione di giovani sul lungo termine. Tra sgravi per le assunzioni, esoneri contributivi e crediti d’imposta per la ricerca, le aziende hanno a disposizione numerose misure per assumere giovani in cerca di lavoro. 

Sempre all’interno della legge di bilancio, infine, rientra la misura “Resto al sud”. Grazie a questa misura si è pensato di elevare da 45 a 55 anni l’età massima per accedere ai contributi al 50% a fondo perduto volti a promuovere la costituzione di nuove attività libero professionali o imprenditoriali da parte di giovani nelle regioni del Mezzogiorno.

I prossimi mesi saranno decisivi per la rinascita del Meridione e potrebbero rappresentare una vera e propria svolta per l’intero Paese. I cittadini saranno all’altezza di rispondere a questa chiamata?

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