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StereoRebus, una bella storia di musica e amicizia

 

Un’antica leggenda napoletana, raccontata nel 1880, Matilde Serao nel suo libro: “Leggende Napoletane“, vuole la fondazione del monastero di Donnaromita ad una struggente quanto affascinante storia d’amore con quattro personaggi coinvolti: tre sorelle ed un giovane bellissimo cavaliere.

Lì vicino, c’è un locale che ha deciso di chiamarsi allo stesso modo, forse per poter avere la facoltà di raccontare storie altrettanto affascinanti. Al Donnaromita Alcolici & Cucina, domenica 23 aprile, una bella storia d’amore ce la raccontano Carlo Maria Graziano e Bruno Tomasello, due che hanno fatto del jazz la loro vita e degli StereoRebus il loro modo di raccontarla.

A dirla con loro, il jazz è “improvvisazione, non la copia di assoli noti e già sentiti. Sono riproposti perché hanno fatto scuola.

Il jazz ti dà la possibilità di scrivere un libro in diretta, lì in quel luogo, con quel pubblico, con quelle emozioni, le tue, quelle di chi ascolta, le nostre, “Oggi il jazz è leggere libri che qualcun’altro ha scritto decenni fa.”- raccontano i musicisti.

Noi abbiamo deciso di portare l’improvvisazione ad un livello estremo, improvvisando tutto il concerto in ogni parte: struttura e arrangiamenti del brano e assoli”.

 

StereoRebus è un progetto che nasce nell’estate del 2013 dalle menti dei due musicisti conosciutisi nel lontano 2004 sulle coste cilentane e con un background formativo totalmente diverso.

Carlo Maria Graziano nasce da una scena musicale rock, suona come batterista degli Gnut per ben dieci anni e, per tribute band dei The doors e dei Nirvana. Durante questo lungo periodo di tempo porta a termine con gli Gnut due dischi. Alla realizzazione di questi troviamo Mauro Pagani (violinista della P.F.M., De Andrè), Rodrigo d’Erasmo (violinista degli Aftehours), e Mattia Boschi (violinista dei Marta sui tubi).

Oltre ai tributi e agli Gnut, Carlo Maria Graziano viene chiamato a collaborare con i Tarall&Wine (duo composto da Dario Sansone-Foja e Claudio Domestico-Gnut). Parallelamente a queste collaborazioni Carlo Maria Graziano prende parte al disco di Luca Carocci, noto cantautore romano, intitolato “Giovani eroi” (2014).

Bruno Tomasello, invece è un polistrumentista (alterna con scioltezza sassofono, chitarra o qualsiasi altra cosa gli capiti a tiro), compositore ed arrangiatore, catturato dalla musica all’età di 8 anni, inizia a suonare il sassofono, strumento che gli ha cambiato la vita, in diversi complessi bandistici per le feste popolari campane e lucane. Il jazz non tarda ad arrivare casualmente all’età di 12 anni grazie al College di Berkeley che, presente nel suo paese grazie ad una Summer School, lo coinvolge nei corsi e nelle esibizioni per poi proporgli di studiare in America ma non parte per via della tenera età. Diversi anni dopo, consegue il diploma di Teoria e Solfeggio al Conservatorio statale di Salerno ma la voglia di suonare le note impossibili da scrivere lo porta ad abbandonare gli studi e a partire per il nord Italia ed altri paesi alla ricerca di ogni possibilità per suonare il jazz, la sua vera passione.

Ebbene la storia che ci hanno raccontata quella sera è stata, alla maniera della fondazione del monastero, una storia d’amore, tra due musicisti, tra loro e chi ha avuto il piacere di ascoltarli e tra noi e la musica.

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