lunedì, Maggio 6, 2024
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Coronavirus, Campania: Un team gestirà i pazienti a distanza

La Campania sta registrando un tasso basso di ospedalizzazione rispetto alle medie nazionali per la gestione a domicilio e a distanza dei pazienti positivi o in attesa di tampone e sottoposti alla quarantena obbligatoria ma c’è ancora moltissima confusione. L’Asl di Caserta sta attuando un modello virtuoso e organizzato, l’Asl dell’intero territorio napoletano è in attesa di fare lo stesso e di essere dotato degli stessi strumenti.

Sono più di tremila i pazienti affetti da Coronavirus in Campania: un  numero sicuramente maggiorato dai casi sospetti in attesa di tampone e coloro che sono in quarantena obbligatoria. Troppe sono, purtroppo, le segnalazioni di mancate notifiche del risultato dei tamponi, di abbandono assistenziale e del ricorso al 118 solo nelle fasi di aggravamento che potrebbe portare inevitabilmente esiti anche drammatici.

Iniziare le cure a casa e individuare sintomi con la valutazione della migliore strategia terapeutica da attuare è compito della medicina in questa situazione di emergenza. La Campania sta mettendo a punto strategie in tal senso e muove i primi passi tra le cure domiciliari territoriali anche se le varie Asl sono in attesa delle linee guida comuni dall’unità di crisi.

Si farà riferimento, quasi sicuramente allo schema attuato dall’Asl di Caserta: composto da un team di Covid, Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), info point, epidemiologi, servizi di prevenzione dei distretti e medici di famiglia. Hanno tutti un compito prestabilito nella gestione dei pazienti o dei presunti tale e la parola d’ordine è coordinazione.

Il team Covid è costituito da specialisti di varie discipline; l’USCA integra le attività del team in quanto dotati di mezzi mobili, tute e mascherine necessari per l’accesso ai domicili; l’info point riceve chiamate o mail e risolve i nodi amministrativi aggiornando anche quotidianamente la piattaforma regionale su cui condividono le cartelle cliniche a cui i medici possono avere più facilmente accesso in questo modo.

Tramite l’info point è possibile anche geo-localizzare i positivi, i sospetti e i guariti e gestire meglio i tamponi di guarigione.I medici dei distretti sorvegliano i contatti degli asintomatici e e segnalano l’eventuale comparsa dei sintomi. I medici di famiglia che conoscono la storia clinica del paziente svolgono un ruolo fondamentale.

Al momento l’Asl Napoli 2 Nord sta attivando la distribuzione per ciascun malato di un kit con disinfettante per le mani, mascherine, saturimetro e farmaci introvabili. Il medico di base dovrà inoltrare la richiesta e la consegna avverrà in meno di 24 ore. A Napoli centro ci sono ben 2500 soggetti in isolamento domiciliare fiduciario in sorveglianza attiva ma il risultato dei tamponi, soprattutto se negativo, tarda a essere comunicato.

A Napoli 3 Sud è stata attivata una piattaforma telematica con cui i medici controllano i pazienti in remoto, a cui sarà applicato un cerotto Bluetooth che monitorerà lo stato di salute. Nell’intera zona del napoletano, si è in attesa di attuare lo stesso protocollo casertano.

La sorveglianza domiciliare sta dando buoni frutti con tassi di ospedalizzazione più bassi rispetto ai dati nazionali ma è necessaria una migliore organizzazione gestione e l’attivazione di un protocollo unitario ed efficiente.

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