giovedì, Marzo 28, 2024
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Grande affluenza per la riapertura dei musei in Campania, ma il resto?

Finalmente dopo mesi, in Campania i musei vengono riaperti al pubblico. Dal museo archeologico di Napoli al museo di Capodimonte, finalmente viene ridato spazio alla cultura e all’arte. Grazie a quest’apertura, il settore inizierà finalmente una lenta ma graduale ripresa. Il ruolo della cultura è importantissimo in una fase della ripresa così delicata: essa riesce a risollevare il morale dei cittadini, a donare speranza. Eppure, nonostante l’apertura dei musei, qualcosa rimane ancora, senza un apparente motivo, bloccato.

I cinema e i Teatri

Parliamo di altri importanti settori quali cinema, teatro e insieme a questi, le palestre. L’apertura dei musei è stata, come è giusto che sia, accompagnata da norme comportamentali ai quali gli avventori devono attenersi. Così facendo, si rende sicura la struttura diminuendo al minimo il rischio di contagi. Ma allora perché non fare lo stesso con cinema e teatro? In queste strutture, addirittura, sarebbe ancora più semplice applicare le norme, essendo formate da posti a sedere fissi. La cosa che più lascia imbestialire i proprietari di tali attività è vedere in tv show con un vasto pubblico, opportunamente distanziato e separato da pannelli in plexiglass. Dall’inizio della pandemia, poi, i casi riscontrati all’interno dei cinema sono pochissimi, al punto che è possibile contarli sulle dita di una mano.

Le Palestre

Un altro settore ancora fermo è quello delle palestre. Ma oltre al danno, c’è stata la beffa: avevano una settimana di tempo per adeguarsi alle norme igieniche. Ma era semplicemente una presa in giro, perché sono state chiuse in ogni caso. Con i giusti accorgimenti, una palestra può diventare un luogo sicuro almeno quanto lo è diventato il museo. Inoltre risulta quasi contraddittoria la mossa delle istituzioni: il virus colpisce principalmente i canali respiratori, e l’attività fisica aiuta moltissimo a rimanere in salute soprattutto in tal senso.

I ristoranti

Un altro settore chiave dell’economia italiana è la ristorazione. Un altro settore dove è possibile facilmente garantire il rispetto delle norme, un altro settore in cui i contagi sono minimi. Il governo non fa altro che devastare, ogni giorno, i ristoratori con nuove restrizione. L’ultima è arrivata col nuovo dpcm, impedendo l’asporto nei bar dopo le 18. Ancora una volta, ci chiediamo dove sia realmente il problema, perché i ristoranti, nei quali le norme vengono rispettate e i contagi sono stati minimi, devono rimanere chiusi.

Una scelta incomprensibile

La prolungata chiusura di tali attività è ingiustificabile. Si grida alla paura del virus, al rischio di contagi e focolai. Poi, scendendo di casa a fare la spesa, si ammirano grandi e frequenti assembramenti in supermercati e negozi, o anche per strada. Come se il problema fosse causato da un cinema, da una palestra, o da un ristorante. Luoghi dove, ironicamente, è più semplice gestire le distanze e garantire il rispetto delle norme. Abbiamo iniziato con i musei, si spera che adesso anche queste altre attività possano ripartire, per il semplicissimo motivo che i contagi derivano da tutt’altri settori.

In giro sento molti complotti e complottisti. Stanno aumentando. Le loro tesi sono assurde, ma in fondo, anche le continue restrizioni lo sono. Si arriva a credere nei complotti semplicemente perché non si riesce a credere che un governo possa essere così “superficiale”.

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