giovedì, Maggio 2, 2024
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Vaccini e contagi: verso che direzione sta andando la pandemia?

La campagna vaccinale in Italia continua, spinta anche dall’introduzione del Green Pass. Qual è, dunque, lo scenario che si prospetta per la prossima stagione?

È corsa ai vaccini, ormai, dopo che il Governo ha deciso di seguire la linea francese e adoperare un uso sempre maggiore del Green pass, grazie al quale moderare e monitorare la vita sociale. Le parole del Premier Draghi sono state semplici, forse brutali, ma necessarie. “Chi non si vaccina muore” ha detto il Primo Ministro italiano, e da quel momento anche gli indecisi hanno deciso da che parte stare. Resta, tuttavia, una larga fetta di popolazione che rimane contraria ai vaccini e alle norme che regoleranno la vita sociale che stanno facendo sentire la loro voce in manifestazioni di protesta in tutto il Paese.

Qual è la strada da seguire? Quale sarà il futuro che si prospetta all’Italia per la prossima stagione che, di norma, prevede un aumento dei contagi?

I dati sui contagi

Sebbene in aumento, ad oggi i dati sui contagi sono abbastanza confortanti. Da un’analisi condotta sui dati raccolti nelle settimane dal 21 giugno al 4 luglio, infatti, si evince un vero e proprio crollo dei contagi. I contagi registrati, inoltre, si sono verificati quasi al 100% tra soggetti non vaccinati, o vaccinati con una sola dose. Il dato più confortante sembra essere che fra i vaccinati sotto i 60 anni non è stato registrato neanche un morto causato dal Covid-19. Inoltre, se all’inizio dell’anno i contagi fra gli ultraottantenni  erano il 10% del totale, oggi sono ridotti circa al 2%. Questo incremento, per altro, è dovuto all’arrivo in scena della variante Delta, la quale si trasmette in maniera quanto mai veloce.

Nonostante l’aumento dei contagi degli ultimi giorni, rimane abbastanza stabile o, quantomeno, gestibile la situazione negli ospedali. Rispetto ai 4000 posti in terapia intensiva occupati solo nel mese di aprile, oggi il dato è crollato, sebbene l’85% delle terapie intensive occupate al momento riguardano soggetti non vaccinati. Solo il 10,6% delle terapie intensive sono “assegnate” a pazienti con una sola dose vaccinale. Mentre appena il 4,3% dei ricoveri più gravi è legato alle condizioni di pazienti cui sono state somministrate le classiche due dosi.

Il bisogno dei vaccini

Nonostante alcune terapie contro il Covid siano in fase ultima di sperimentazione e saranno, dunque, presto applicabili ai pazienti, l’arma più potente che abbiamo a disposizione oggi sono i vaccini. Per evitare di ricadere in nuove chiusure con l’arrivo dell’autunno, sarà necessario vaccinare – con almeno due dosi – il più alto numero possibile di persone. Ad oggi, sono 29 milioni e 655 mila i vaccinati con doppia dose in Italia: quasi la metà della popolazione. La strada per l’immunità di gregge, tuttavia, rimane ancora lontana, sebbene altri 5,5 milioni di persone siano in attesa di una seconda dose. Se la campagna vaccinale non continuerà a correre, sono già previsti circa 25/30.000 nuovi contagi giornalieri a partire dalla seconda metà di agosto causati dalla variante Delta che è molto contagiosa. 

Dati abbastanza confortanti arrivano dal Regno Unito, dove già i contagi registrano un aumento maggiore rispetto all’Italia. Lì, dove circa 36,5 milioni di cittadini sono vaccinati con due dosi, dei nuovi contagiati con variante Delta il 2% finisce in ospedale e solo lo 0,4% non ce la fa a sopravvivere alla malattia. Questo significa che su 1000 contagiati solo 200 finiscono in ospedale e solo 40 non sopravvivranno alla malattia. Si tratta di un dato certamente alto, ma quasi irrisorio rispetto a quelli ai quali siamo abituati a sentire da due anni a questa parte.

L’unico modo per ridurre il numero degli ospedalizzati e dei morti rimane, dunque, quello di limitare il più possibile i contagi. E l’unico modo per farlo al momento è non rinunciare ai vaccini.

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