lunedì, Aprile 29, 2024
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Allarme per il virus sinciziale tra i neonati: Pieni gli ospedali e le terapie intensive

Dopo gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda, che per primi avevano lanciato l’allarme, anche in Italia è arrivata una pesante epidemia di virus respiratorio sinciziale (Vrs) che sta colpendo in tutto il Paese bambini piccolissimi, con reparti pediatrici e terapie intensive degli ospedali pieni di neonati e bebè con bronchioliti e polmoniti causate dal virus.

Sta girando la notizia che il lockdown della scorsa stagione, c’entri con questo virus. Capiamo il perché.

Il virus Vrs, durante il suddetto periodo è andato «in sonno» proprio per le misure di contenimento messe in atto per limitare la diffusione del coronavirus. Gli esperti affermano che i bambini potrebbero essere più vulnerabili del solito ai virus respiratori e alle infezioni stagionali perché non sono stati sottoposti a patogeni durante i blocchi decisi durante la pandemia. E anche le madri, che trasmettono gli anticorpi contro Vrs attraverso la placenta, hanno una concentrazione minore di anticorpi dopo aver trascorso lo scorso inverno in lockdown. Per questo ora il virus, che ha ripreso a circolare, sta causando casi più gravi.

L’infezione da Vrs inizia come una semplice influenza, con starnuti, tosse, mal di gola, febbre. Dal terzo al quinto giorno possono cominciare a manifestare un aumento della frequenza respiratoria, movimento di allargamento delle narici, rientramenti cutanei a livello del torace durante gli atti respiratori.

Nei prematuri il primo sintomo può essere l’apnea e poi arrivano i sintomi tipici di una malattia respiratoria. Con il respiro difficoltoso in alcuni casi bisogna somministrare l’ossigeno o addirittura alla ventilazione non invasiva.

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