L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato nuove stime riguardo l’eccesso di mortalità causato dalla pandemia di coronavirus.
Secondo il gruppo di esperti mondiali dell’OMS, sono morte circa 14.9 milioni di persone in più nel mondo rispetto a ciò che i modelli matematici prevedevano prima dell’arrivo dell’ondata globale di coronavirus.
Questo nuovo rapporto permette di avere una misura più precisa dell’impatto avuto dalla malattia da Covid-19 e dell’enorme sottostima delle morti registrate dalle autorità sanitarie dei governi mondiali. Il conteggio precedente, infatti, basato esclusivamente sul numero delle vittime riportate dai governi dei vari paesi, era di 6 milioni.
I 14.9 milioni di morti stimati dall’OMS costituiscono un incremento del 13% rispetto alla media delle morti previste nel biennio 2020-2021. È, però, il 2021 l’anno in cui si concentra il maggior numero di vittime, per via principalmente delle varianti estremamente contagiose che sono emerse, tra cui la Delta e l’Omicron, anche in aree del mondo in cui le ondate di coronavirus non erano state particolarmente violente. Lo scorso anno sono morte 10 milioni di persone nel mondo a causa della pandemia, il 18% in più della media delle morti previste.
Tra gli stati colpiti maggiormente dal diffondersi della variante Delta c’è stata l’India del presidente populista Narendra Modi, nella quale, secondo l’OMS, 4.7 milioni di persone hanno perso la vita nel biennio 2020-2021. Circa il 30% dell’eccesso di mortalità registrato a livello globale.
Le stime del governo indiano alla fine del 2021 riportavano 481.080 morti, poco più del 10% di quelli stimati dall’OMS.
Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità era pronto già da gennaio, ed è proprio per le obiezioni mosse dall’India nei confronti della metodologia di calcolo adottata che il rapporto è stato pubblicato solamente oggi.
L’eccesso di mortalità è calcolato come la differenza tra il numero di persone morte durante la pandemia e il numero di persone morte che ci si sarebbe aspettati in tempi “normali”. I calcoli hanno combinato dati nazionali sulle morti registrate con nuove informazioni, derivanti da sondaggi condotti a livello locale, e con modelli statistici mirati a conteggiare le morti non registrate.
L’India, comunque, non è l’unico stato ad aver sottostimato l’impatto, in termini di vittime, del coronavirus. Lo stesso, infatti, vale per la Russia di Vladimir Putin, che ha registrato 310.000 morti a causa del coronavirus nel 2021. L’OMS stima l’eccesso di mortalità in Russia intorno alle 1.1 milioni di vittime, un valore 3.5 volte superiore rispetto a quello riportato.
Anche gli Stati Uniti hanno sottostimato l’impatto pandemico, sebbene in misura minore. L’OMS ha stimato circa 930.000 vittime, mentre quelle ufficialmente registrate dal governo statunitense alla fine del 2021 erano state 820.000.
L’Italia, invece, è uno dei paesi che, almeno stando alle stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha meglio saputo rappresentare il bilancio delle morti a causa della malattia da Covid-19. Alla fine del 2021 il numero registrato dalle nostre autorità sanitarie era di 137.247 vittime, mentre secondo il rapporto dell’OMS sarebbero state 160.801, dunque 1.17 volte superiore rispetto a quello riportato. Probabilmente il numero leggermente sottostimato dalle autorità sanitarie italiane è dovuto principalmente alle prime fasi particolarmente caotiche del periodo pandemico quando, soprattutto in Lombardia e in particolar modo nella provincia di Bergamo, il primo ceppo di coronavirus aveva causato un fortissimo aumento della mortalità, con picchi dell’eccesso di circa 380 punti percentuali nel marzo 2020 a Bergamo.