lunedì, Maggio 6, 2024
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Né Biden né Trump: gli statunitensi non vogliono un remake della sfida del 2020

La maggioranza degli elettori statunitensi registrati non vorrebbe una riedizione della sfida tra l’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump per le elezioni del 2024, secondo un sondaggio condotto dal prestigioso istituto di ricerca del Siena College commissionato dal New York Times.

Il presidente Joe Biden, in particolare, sta affrontando un periodo decisamente negativo per la popolarità del suo operato. Secondo il sondaggio del Siena College, che ha raccolto il parere di 849 elettori registrati, solo il 33% degli statunitensi approva il suo operato come presidente. Inoltre, il 64% degli elettori democratici preferirebbe che non fosse Biden il candidato alla presidenza per il Partito Democratico nel 2024. Un dato particolarmente allarmante per un presidente in carica.

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Grafico di FiveThirtyEight: il 56% dell’elettorato disapprova l’operato dell’amministrazione di Joe Biden, contro il 38.5% di approvazione.

L’indice di gradimento dell’operato di Biden, secondo la media dei sondaggi del magazine americano FiveThirtyEight, è comparabile a quello del suo predecessore Donald Trump nel periodo immediatamente successivo agli eventi del 6 gennaio 2021, quando i manifestanti repubblicani assaltarono il Congresso degli Stati Uniti. L’attuale gradimento del presidente degli Stati Uniti è al 38.5%, con il 56% dell’elettorato che disapprova l’operato della sua amministrazione.

Un altro indice decisamente negativo per Biden è rappresentato dalla percentuale degli elettori che ritiene che il proprio paese stia o meno andando nella giusta direzione. Solo il 13% degli elettori intervistati dal Siena College Research Institute ritiene che gli Stati Uniti siano diretti nella giusta direzione. Un dato così basso non veniva registrato dal periodo della crisi finanziara del 2008, allora l’indice di gradimento degli elettori verso il presidente George W. Bush era intorno al 30%.

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Grafico del New York Times: un’ampia maggioranza degli elettori statunitensi ritiene che il paese sia diretto nella direzione sbagliata

Biden viene ritenuto responsabile per l’andamento dell’economia statunitense – un tema ritenuto “estremamente importante” dal 75% degli elettori – e dell’inflazione. Solo il 6% degli elettori tra i 18 e i 64 anni – cioè quelli tipicamente nell’età lavorativa – sostiene che lo stato dell’economia statunitense sia buono o eccellente, mentre il 93% lo valuta in discreto o pessimo stato.

Tuttavia, la ragione principale per cui gli elettori democratici preferirebbero un altro candidato alla presidenza nel 2024 è l’età. Joe Biden, a 79 anni, è già attualmente il più anziano presidente nella storia degli Stati Uniti. Se dovesse decidere di ricandidarsi, come pare abbia confessato all’ex presidente Barack Obama, si ritroverebbe ad affrontare una eventuale rielezione a più di 80 anni, con un suo secondo mandato che terminerebbe nel 2028, ad 86 anni. Questo dato si riflette in particolare negli elettori più giovani: il 94% degli elettori democratici al di sotto dei 30 anni preferirebbe un nuovo candidato alla presidenza.

L’unico barlume di speranza offerto al presidente Biden dal sondaggio del Siena College è la prospettiva di una rielezione in caso di remake della sfida del 2020 contro Donald Trump. Il 44% degli elettori voterebbe per Joe Biden, contro il 41% che voterebbe per l’ex presidente Trump.

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden

Dunque, un’eventuale vittoria di Donald Trump alle primarie del Partito Repubblicano per stabilire il prossimo candidato alla presidenza del GOP (Grand Old Party, uno dei nomi con cui è noto il Partito Repubblicano statunitense, ndr), sarebbe la migliore notizia per la campagna per la rielezione di Joe Biden.

Sebbene anche le voci di un annuncio di Trump con riferimento ad una sua candidatura alle primarie del Partito Repubblicano stiano diventando particolarmente insistenti da qualche mese, una sua vittoria non sarebbe affatto scontata. Poco più della metà, il 51%, degli elettori che ritengono di votare alle primarie repubblicane affermano che sosterranno un candidato diverso da Trump.

In particolare, il principale contendente per la nomitation repubblicana pare essere l’attuale governatore della Florida Ron DeSantis, un astro nascente del GOP. DeSantis, 43enne, è nel pieno della campagna di quella che appare una scontata rielezione a governatore, in vista delle elezioni di midterm – di metà mandato – a novembre. Secondo il sondaggio commissionato dal New York Times, il 25% degli elettori intervistati che affermano che voteranno alle primarie repubblicane sosterranno DeSantis nel caso in cui dovesse candidarsi, contro il 49% che sosterrebbero Trump. La percentuale sale al 32% tra i laureati, contro il 28% di Donald Trump, che avrebbe comunque il sostegno del 58% degli elettori che non hanno frequentato il college (tipicamente l’elettorato che sostiene maggiormente l’ex presidente dalla sua elezione nel 2016).

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Grafico del New York Times: il 49% degli elettori che affermano che voteranno alle primarie repubblicane sosterrebbero Donald Trump, il 25% il governatore della Florida Ron DeSantis

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa britannica Reuters, DeSantis starebbe sondando il terreno per un’eventuale candidatura, acquistando spazi pubblicitari non solo in Florida, per la sua campagna per la rielezione a governatore, ma anche nei cosiddetti swing states, ovvero gli stati maggiormente contendibili per i candidati alla presidenza. Se nei primi tre mesi del 2022, gli annunci pubblicitari di DeSantis delle sue pagine Instagram e Facebook erano ampiamente concentrati in Florida, nel periodo tra aprile e giugno le spese della sua campagna elettorale sono state equamente divise tra la Florida e il resto degli Stati Uniti, secondo l’analisi di Reuters.

La chiave per la nomination repubblicana potrebbe essere rappresentato dal supporto della rete televisiva Fox News, molto popolare tra gli elettori conservatori. Se, come appare probabile, gli spazi televisivi concessi all’attuale governatore della Florida dovessero crescere, la sfida alle primarie tra i due contendenti potrebbe diventare molto accesa.

Trump e De Santis
Il governatore della Florida Ron DeSantis, in primo piano, e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, alle sue spalle

Per il Partito Repubblicano, una vittoria di Donald Trump sarebbe una pessima notizia. Con la popolarità di Joe Biden in picchiata, avere un candidato alla presidenza che riesca a raccogliere entusiasmo e ampi consensi nella base del proprio partito potrebbe significare una facile vittoria nel 2024. Al contrario, se il candidato dovesse essere Trump, è probabile che una buona percentuale degli elettori repubblicani (il 16%, secondo il sondaggio del Siena College) decidano di sostenere il candidato del Partito Democratico o un eventuale terzo candidato indipendente.

Le elezioni di metà mandato a novembre, in cui il Partito Repubblicano appare ampiamente favorito per ottenere la maggioranza alla Camera e al Senato, segneranno una svolta importante nelle decisioni dei due partiti. È probabile che in caso di debacle democratica, l’insoddisfazione degli elettori aumenti aprendo una strada ad un eventuale contendente dell’attuale presidente Biden, che potrebbe a sua volta trovare in Ron DeSantis un possibile rivale.

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