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NTFI20: Prima assoluta di “The Damned Brian Clough Show” e “Uno contro zero”

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NTFI20: oggi 20 luglio, in prima assoluta, Alfonso Postiglione in “The Damned Brian Clough Show”, ritratto del più grande allenatore della storia del calcio e “Uno contro zero”, omaggio alla leggenda della pallanuoto Enzo D’Angelo, originario di Baia nei Campi Flegrei.

Comunicato stampa

Napoli Teatro Festival Italia: oggi 20 luglio due appuntamenti della sezione SportOpera. In prima assoluta, a Napoli Alfonso Postiglione con The Damned Brian Clough Show, ritratto del più grande allenatore della storia del calcio, e a Pozzuoli Uno contro zero, l’omaggio di Franco Cossu alla leggenda della pallanuoto Enzo D’Angelo, originario di Baia nei Campi Flegrei; per l’Osservatorio, debutta Le Genoveffe. Una favola amara diretta da Francesco Campanile

Prosegue la tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto per il quarto anno da Ruggero Cappuccio, realizzato con il sostegno della Regione Campania e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, guidata da Alessandro Barbano. Domani, lunedì 20 luglio, la sezione SportOpera si fa in due, con un appuntamento a Napoli e uno a Pozzuoli.

Alle 20.00, al Playoff Wellness Village (ingresso “Liv Eventi”), sulla Strada Provinciale Circumlago di Lucrino, frazione di Pozzuoli, va in scena in prima assoluta Uno contro zero – la straordinaria storia del pallanuotista Enzo D’Angelo, di Franco Cossu, per la regia Rosario Giglio, con Geremia Longobardo nei panni di Enzo D’Angelo (1951-2008), leggenda della pallanuoto italiana e originario di Baia nei Campi Flegrei. Lo spettacolo rievoca gli ultimi istanti di vita del campione, immaginando di vederlo riemergere dalle acque per raccontare tutta la sua vita mentre un tumore lo sta divorando. Sarà disponibile una navetta a/r da via San Carlo a Napoli alle ore 18.30; non sono previste fermate intermedie, il servizio è gratuito.

Sul palco del Casino della Regina del Real Bosco di Capodimonte (ingresso da Porta Miano), invece, in prima assoluta alle 21.00 c’è The Damned Brian Clough Show di Cristian Caira, diretto e interpretato da Alfonso Postiglione, con le musiche dal vivo di Marcello Giannini. Postiglione è la leggenda del calcio inglese Mr. Brian Howard Clough, scomparso nel 2004, conosciuto prima come calciatore e poi per essere stato uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, vincitore di campionati nazionali, coppe dei campioni e molti altri trofei.

Per la sezione Osservatorio, in scena in prima assoluta al Giardino Romantico di Palazzo Reale, alle 21.00 e alle 23.00, Le Genoveffe. Una favola amara, progetto e regia di Francesco Campanile, che firma il testo insieme a Tiziana Tesauro. Vincenzo Castellone, Ciro Pagano, Nicola Tartarone, Salvatore Veneruso – la voice over è di Gennaro Monti – sono le Genoveffe: quattro sorelle ancora nubili che vivono con la madre anziana, egoista e tiranna. Costrette a crescere in un clima familiare che castra sogni e desideri, hanno ormai rinunciato a qualsiasi sogno di felicità, quando per loro arriva un invito inaspettato che potrebbe rimettere tutto in discussione. Giocato su due livelli, in una fusione tra linguaggio verbale e fisico, il lavoro di Campanile sceglie il corpo come luogo di una femminilità abortita che assume sempre più i tratti di una mascolinità sgraziata e grottesca.

Sul sito napoliteatrofestival.it sono consultabili le promozioni e gli eventi gratuiti.

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Atmosfere in musica per l’ultima settimana della rassegna “Teatro di cortile”

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Maria Nazionale, Massimo De Matteo e il Quartetto di corde dell’Orchestra di Piazza Vittorio per l’ultima settimana della rassegna “Teatro di cortile”, al Palazzo Firrao di Napoli.

COMUNICATO STAMPA

Da martedì 21 luglio 2020, Palazzo Firrao Napoli: ultima settimana di Teatro di cortile. Maria Nazionale, Massimo De Matteo e il Quartetto di corde dell’Orchestra di Piazza Vittorio per l’ultima settimana di programmazione della rassegna.

Saranno le atmosfere in musica di Maria Nazionale a inaugurare l’ultima settimana di programmazione per Teatro di Cortile a Palazzo Firrao Napoli, che continua a essere suggestivo palcoscenico della rassegna ideata ed organizzata dal Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo.

L’intera rassegna è stata declinata verso forme teatrali primarie, intime, quasi confidenziali, facendo segno alla prossimità tra palco e platea come condizione necessaria di ogni rappresentazione, ma anche strutture minime e più complesse per l’impegno di attori, registi, musicisti e di tante altre figure professionali, a testimoniare l’originario impegno dietro ogni gesto, ogni parola, ogni suono.

Tre appuntamenti musicali in scena, da martedì 21 a giovedì 23 luglio 2020 alle ore 21.00, animeranno, per l’ultima settimana di programmazione, il cortile del palazzo storico, tra i più belli del capoluogo partenopeo, che provano a suggerire come il teatro debba ripensare se stesso insieme con il pubblico, trovando, o semplicemente riscoprendo, una forma di parola e di ascolto nuove e più intense, e che traggono forza e significato anche dal particolare e difficile momento storico dello spettacolo dal vivo.

Martedì 21 luglio, la straordinaria voce di Maria Nazionale, accompagnata alla chitarra da Aniello Palomba, sarà protagonista di Passione, un viaggio fra le più belle canzoni del repertorio della Canzone Classica Napoletana.


Mercoledì 22 luglio, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro presenta Massimo De Matteo e, al pianoforte, Floriano Bocchino in Fred di Mario Gelardi e Giuseppe Miale Di Mauro, per la regia di Peppe Miale. Una vita e un successo lampo quella di Fed Buscaglione, finita con altrettanta immediatezza. Una vita tra il fumo dei locali italiani ed europei a interpretare il ruolo del taciturno e imprevedibile cantante da night, un ruolo che forse non gli apparteneva tanto.

A chiudere la rassegna Teatro di Cortile, giovedì 23 luglio, saranno le emozioni e le sensazioni musicali del Quartetto di corde dell’Orchestra di Piazza Vittorio, con i musicisti Kaw Dialy Mady Sissoko, Ziad Trabelsi, Emanuele Bultrini, Pino Pecorelli. Il concerto è una rielaborazione dell’ampio materiale musicale, qui proposto in forma più essenziale, per restituire le emozioni e le sensazioni che i musicisti provano quando un’idea e uno spunto di un singolo artista diventa la canzone di tutti i musicisti dell’Orchestra.

Per maggiori informazioni sulla rassegna Teatro di Cortile sono attivi il numero 0817345210 e l’indirizzo email info@teatrofirrao.it. I biglietti sono disponibili online sul sito www.teatrofirrao.it e su www.vivaticket.com

Teatro di Cortile @ Palazzo Firrao Napoli
Martedì 21>giovedì 23 luglio 2020
Via Santa Maria di Costantinopoli, 98 (piazza Bellini)
Inizio spettacoli ore 21.00, ingresso euro 15

Martedì 21 luglio, ore 21.00
Maria Nazionale
in
PASSIONE
alla chitarra Aniello Palomba

La voce straordinaria di Maria Nazionale interpreterà le canzoni più belle del repertorio della Canzone Napoletana classica

Mercoledì 22 luglio, ore 21.00
Ente Teatro Cronaca
presenta
FRED
con Massimo De Matteo
al pianoforte Floriano Bocchino
regia Peppe Miale

3 febbraio 1960, una Ford Thunderbird sfreccia per le strade di Roma alle sei e venti del mattino.
La folle corsa di quell’auto verrà fermata da un camion con cui si scontrerà. Non occorre molto perché gli inconsapevoli spettatori di quella scena si rendano conto che, alla guida di quell’auto, c’è Fred Buscaglione.
Una vita ed un successo lampo, finita con altrettanta immediatezza, una vita tra il fumo dei locali italiani ed europei a interpretare il ruolo del taciturno e imprevedibile cantante da night, un ruolo che forse non gli apparteneva tanto.
Una storia raccontata da un testimone casuale, di quella vita breve, appena quarant’anni, un fan qualunque come ce ne sono ancora oggi.
Il recital che porteremo in scena è tratto dallo spettacolo “L’ultima corsa di Fred, tre febbraio millenovecentosessanta” di Mario Gelardi e Giuseppe Miale di Mauro

Giovedì 23 luglio, ore 21.00
QUARTETTO DI CORDE DELL’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
in concerto
Kaw Dialy Mady Sissoko (Kora, Voce) Senegal
Ziad Trabelsi (Oud, W’Tar, Voce) Tunisia
Emanuele Bultrini (Chitarra elettrica, chitarra classica, Voce) Italia
Pino Pecorelli (Basso elettrico, Uku Bass) Italia

Quando l’OPV lavora alla scrittura di una canzone, pensa naturalmente a come funzionerà sul palco. E’ sul palco che questo gruppo si è formato, è cresciuto ed ha costruito il proprio linguaggio variando, nei suoi 18 anni di attività, dimensioni, strumentazione e linguaggi.
Negli ultimi anni, accanto alle produzioni di natura più teatrale, come Il Flauto Magico, Il Giro del Mondo in 80 minuti, Carmen, Don Giovanni e il Credo, che hanno portato l’Orchestra a esibirsi con fortuna nei teatri più prestigiosi in Italia e in Europa, sono nati organici più tascabili, vogliosi di sperimentare dal vivo le nuove composizioni nate in sala prove, come il “Quartetto di Corde”, dove l’intimo dialogo dei tanti strumenti a corda che costituiscono il cuore armonico del gruppo fa da tappeto sonoro alle canzoni di cui i musicisti stessi sono autori e primi interpreti.

L’Orchestra si è sempre basata su due aspetti fondamentali: il viaggio e l’incontro. Il viaggio dei musicisti dalla terra nativa verso Roma, l’incontro dei musicisti e dei loro repertori.
Il viaggio dell’Orchestra per strade nuove, spesso in tour in Italia e nel mondo. Nel corso di un viaggio i luoghi cambiano, ma anche i viaggiatori. Le numerose performance live negli anni hanno aiutato i musicisti a conoscersi e capire se stessi come artisti, definendo le musica dell’Orchestra e allargando il suo repertorio.
Lo scrittore Jean Genet diceva di sentirsi vivo solo quando incontrava altre persone. E’ questa l’idea su cui si fonda l’Orchestra di Piazza Vittorio. Nel tempo ogni elemento ha cambiato il proprio modo di pensare alla musica lavorando insieme per lo stesso obiettivo, cercando di dare vita volta per volta a qualcosa di nuovo, come nel caso del quartetto di corde.

Ognuno di loro ha avuto la capacità di definire se stesso musicalmente attraverso la propria cultura e differenza artistica. Il repertorio è il risultato di questi anni passati a suonare insieme, in una costante rielaborazione del materiale musicale, qui proposto in forma più essenziale, restituendo all’ascoltatore le emozioni e le sensazioni che i musicisti provano quando un’idea e uno spunto di un singolo artista diventa la canzone di tutti i musicisti dell’Orchestra.

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Consigliera comunale di Scario positiva al Coronavirus, l’annuncio del sindaco

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Il sindaco di Scario ha annunciato tramite il suo profilo Facebook l’esito positivo del tampone di una consigliera comunale.

Purtroppo è stato riscontrato un caso di Coronavirus nel nostro Comune.

Si tratta di una consigliera comunale risultata positiva alla prova del primo tampone. Al momento la consigliera non presenta alcun sintomo e si trova in isolamento presso il proprio domicilio. L’Asl sta effettuando la mappatura dei suoi contatti e presto verranno effettuati i tamponi anche al nucleo familiare e ai contatti più stretti. La consigliera si era volontariamente sottoposta al tampone l’altra mattina, nell’ambito di uno screening precauzionale richiesto all’Asl direttamente da me quale Sindaco per i soggetti più esposti, quali i dipendenti comunali, i volontari della protezione civile e gli amministratori. Allo stato, su circa 30 test non sono risultati altri tamponi positivi; si tratta di un unico caso isolato.

La situazione è sotto controllo, ma invito tutti alla prudenza e al rispetto del distanziamento sociale e delle regole anti-covid.

Alla consigliera la massima vicinanza dell’intera amministrazione comunale e l’augurio di una pronta guarigione.

Murale in onore di Luciano De Crescenzo ai Quartieri Spagnoli

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Il volto sorridente e compiaciuto di Luciano De Crescenzo dal 18 luglio osserva i vicoli dei Quartieri spagnoli di Napoli. In vico Tre Regine è stata svelata l’installazione su pannelli che precede la realizzazione di un murale dedicato a De Crescenzo. Una cerimonia che si è svolta a esattamente un anno dalla scomparsa dell’eclettico filosofo che per tutti a Napoli è ‘O Professore’. L’installazione raffigura il volto sorridente di De Crescenzo che osserva divertito un gruppo di ragazzi che tenta di recuperare un pallone perso.

Il progetto artistico intitolato ‘O pallone mmiez e’ machine’ (Il pallone tra le automobili) è di Michele Quercia e Francesca Avolio e nasce dalla sinergia con Paola, figlia dello scrittore, e Renato Ricci, l’amico storico di De Crescenzo, fondatore del primo fan club dedicato al Professore, con il coinvolgimento degli alunni della scuola ‘Aosta-Scura’. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione ‘Quartieri Spagnoli 1536’ ed è organizzata in collaborazione con il “Tavolo Interassessoriale per la Creatività Urbana del Comune di Napoli” e con la II Municipalità.

E’ una bella testimonianza a cui ne seguiranno altre – ha detto il sindaco, Luigi de Magistris – e, superando alcune difficoltà, abbiamo deciso di procedere rapidamente anche con l’intestazione a Luciano De Crescenzo della strada di Napoli a lui più cara. E’ giusto che sia così perché è una persona che è nel cuore di Napoli e dei napoletani, che non è più nella vita terrena ma restano la sua filosofia, il suo pensiero, la sua umanità e il suo amore per Napoli‘.

BussoLaTavola // Storia dello strano nome degli Spaghetti alla Puttanesca

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Inutile mentire: ce lo siamo chiesto tutti.

Ogni volta che abbiamo mangiato questo primo piatto tipicamente napoletano ognuno di noi, nessuno escluso, si è domandato il perché del suo nome: stiamo parlando, naturalmente, dei deliziosi quanto misteriosi “Spaghetti alla Puttanesca“.

Si tratta di un nome davvero strano che nulla ha a che vedere con i suoi ingredienti – capperi, olive, olio, origano e l’immancabile pomodoro.

Nel corso del tempo sono state formulate diverse ipotesi a riguardo e sull’origine di questo nome bizzarro ci sono innumerevoli storie. Quest’oggi #BussoLaTavola vi racconta quelle più antiche e contemporaneamente curiose: ecco, dunque, perché gli Spaghetti alla Puttanesca si chiamano così.

I Quartieri Spagnoli

Una delle ipotesi più accreditate è quella riportata dal gastronomo Arthur Schwartz nel suo libro “Naples at table“.

Per quanto riguarda la sua origine etimologica,

scrive Schwartz

il termine “Puttanesca” è stato oggetto degli sforzi di immaginazione di molti studiosi, che hanno tentato in ogni modo di trovare la soluzione all’enigma.

Lo studioso spiega che è molto probabile che questo piatto sia nato in una casa di appuntamenti dei Quartieri Spagnoli di Napoli.

Nei primi anni del 1900 non erano poche, infatti, le case di piacere presenti nel caratteristico quartiere.

Gli ospiti che frequentavano questi luoghi erano soliti sostarvi per molte ore, e così in una delle case, su richiesta dei clienti, si iniziò a servire anche del cibo. Si doveva trattare di ricette gustose da preparare rapidamente e dal costo contenuto: e cosa ci sarebbe mai potuto essere di meglio di un piatto di spaghetti con pomodoro, capperi e olive?

Sarebbe così nata la ricetta degli Spaghetti alla Puttanesca. Qualcuno sostiene che il piatto esistesse già ma che fosse noto, prima di diventare il piatto tipicamente servito nelle case chiuse, con il nome di “Spaghetti alla Marinara“; alcuni dicono che in realtà questo nome sia stato inventato in una casa di piacere, sì, ma romana.

Yvette la francese

Arthur Schwartz indica addirittura il nome di colei che potrebbe aver inventato questo nome (e forse la ricetta stessa): si sarebbe trattata di una delle donne che lavoravano in una delle case di appuntamenti napoletana, nota come Yvette la Francese.

A riguardo, il gastronomo scrive:

Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita, Yvette la Francese, che s’ispirò alle proprie origini provenzali.

Yvette, probabilmente, non era dotata solo di fantasia, ma anche di senso dell’umorismo e di un’ironia alquanto caustica, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo. 

Gli Spaghetti alla Puttanesca

Quale che sia la ragione per cui gli Spaghetti alla Puttanesca vengono chiamati in questo modo, non possiamo fare altro che ringraziare l’autore – o l’autrice – di questa ricetta deliziosa, semplice ed economica mentre rigiriamo la forchetta tra gli spaghetti per assaggiarne ancora un boccone.

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Incendio nei pressi dell’ospedale di Pozzuoli, indaga la Municipale

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E’ stata aperta un’inchiesta sull’incendio scoppiato nella tarda serata di ieri nell’area verde antistante l’ospedale civile di Pozzuoli (Napoli) “Santa Maria delle Grazie” di località La Schiana e provocato, secondo alcune testimonianze da fuochi d’artificio fatti esplodere per festeggiare una nascita.

La polizia municipale di Pozzuoli sta indagando per accertare la modalità dello scoppio dell’incendio che ha interessato l’area a verde circostante il parcheggio e la stessa struttura ospedaliera ed individuare eventuali responsabili. Per domare le fiamme, propagatesi velocemente a causa del vento e della folta sterpaglia, è stato necessario l’intervento di quattro autobotti dei Vigili del Fuoco. I pompieri hanno impiegato alcune ore prima di renderle inoffensive. Le lingue di fuoco, molto alte, hanno reso l’aria irrespirabile e si sono estese per qualche centinaio di metri, creando preoccupazione tra i degenti del nosocomio e i numerosi residenti della zona.

Il rogo, inoltre, ha provocato lo scoppio del serbatoio idrico a servizio dell’eliporto della struttura sanitaria.

Secondo alcuni testimoni l’incendio è stato innescato da fuochi d’artificio fatti esplodere nel parcheggio del nosocomio da un gruppo di persone noncuranti dei divieti in vigore su tutto il territorio, per festeggiare una nascita.

BussoLaLeggenda // La casa stregata di Raviscanina

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Questa settimana #BussoLaLeggenda vi parla della casa stregata di Raviscanina.

Creature abitudinarie

La nostra vita è costellata di piccoli rituali e tradizioni personali: c’è chi non rinuncerebbe mai a bere un caffè dopo pranzo e qualcuno che invece non riesce a immaginare di concludere le proprie serate senza la compagnia di un buon libro.

Gli esseri umani sono creature abitudinarie: a quanto pare, i fantasmi lo sono ancor di più.

A giudicare dalle storie dell’orrore, dalle leggende e dai racconti terrorizzati di coloro che dicono d’averne incontrato qualcuno, sembra proprio che siano più dure a morire le abitudini delle persone a cui appartengono. I fantasmi si manifestano infatti ai vivi continuando a svolgere le attività che erano soliti compiere in vita e ripetendo eternamente i loro ultimi attimi.

In questo modo, nei corridoi dei luoghi dove hanno vissuto, continuano a risuonare i loro passi e le loro voci: sembra che i fantasmi non abbandonino mai le proprie case. Le dimore più antiche si trasformano così in un palcoscenico dove i destini di vivi e trapassati s’incrociano in un macabro valzer.

Anche in Campania c’è un luogo simile: stiamo parlando della casa stregata di Raviscanina, in provincia di Caserta. Ci sono decine di racconti e leggende riguardo quest’abitazione, diventata teatro di prove di coraggio e sfortunate convivenze, e questa settimana #BussoLaLeggenda, con un brivido e un piede già fuori la porta, ve ne racconta alcune.

Il Cimitero

Su una stradina di provincia si affaccia una casa antica, ormai disabitata.

La casa è circondata da un giardino che s’intuisce essere stato un tempo lussureggiante e bellissimo, ma che ormai, dopo anni di incuria, ha un aspetto selvatico e spaventoso. L’edera ricopre parte delle mura dell’abitazione come a volerla divorare e da decenni nessuno coglie i frutti del melo che troneggia nel giardino: ogni cosa sembra essere caduta in disgrazia e tutto versa in uno stato d’abbandono.

La casa ha più di cent’anni e sin dall’inizio il suo destino è stato segnato. Le storie dicono infatti che quel luogo maledetto sia sorto su di un cimitero e che, durante i lavori di costruzione, nessuno abbia avuto la premura di non disturbare il sonno dei morti; dissotterrati i loro corpi senza alcuna gentilezza, si dice che da allora gli spiriti di quei disgraziati abbiano infestato l’abitazione portando sventure e costringendo alla fuga chiunque vi abbia abitato.

I due bambini

Tra le vittime di questa maledizione si dice che ci siano stati anche due bambini, morti a distanza di anni l’uno dall’altra e senza alcun legame apparente tra di loro.

Il primo a morire sembra essere stato un bambino, forse il figlio della famiglia che originariamente abitò la casa maledetta. Il piccolo, correndo nei corridoi dell’abitazione, fu distratto da qualcosa – o qualcuno – e cadde dalle scale. La caduta fu fatale: il bambino morì sul colpo, lanciando nella disperazione la famiglia che dopo pochi mesi abbandonò la casa.

La seconda a morire fu una bambina. Dalla finestra della casa l’attenzione della fanciulla venne attirata da una farfalla – si trattava di una creatura meravigliosa e insolita, colorata e maestosa. Fatalmente attratta da quella visione, la bambina si allontanò dalla casa per raggiungerla e seguendo l’insetto s’inoltrò nel bosco che all’epoca circondava l’abitazione. Venne ritrovata morta il mattino dopo, riversa in terra tra i cespugli, e nessuno riuscì mai a scoprire la causa della sua morte.

Da allora si dice che agli altri fantasmi si siano aggiunte le anime di questi due bambini che continuano, lei dal giardino e lui dalle scale, a spaventare chiunque metta piede nella dimora maledetta. Di tanto in tanto, qualcuno vede volare, nel giardino, una splendida farfalla colorata.

Il violino

La casa era molto bella, il giardino curato e profumato, e per questo non mancava mai chi, in barba alle leggende e alle dicerie, si trasferiva nella casa stregata: nessuno durava più di qualche mese. In molti raccontarono di accadimenti assai strani verificatisi tra le mura della lugubre dimora e, tra le testimonianze più famose, c’è quella di una coppia di sposi novelli che si trasferirono nella casa all’inizio degli anni sessanta.

La prima notte in cui dormirono nella loro nuova casa il sonno dei due sposi venne disturbato da un terribile rumore di vetri infranti. Convinti che venisse dalla camera accanto in quella in cui stavano riposando, i due vi si recarono di corsa per verificare cosa fosse accaduto ma, quando spalancarono la porta stringendo tra le mani armi di fortuna, con loro sorpresa scoprirono che niente sembrava essere fuori posto. Per un istante pensarono d’aver immaginato quel rumore così terribile ma poi si resero conto che così non poteva essere: l’avevano udito entrambi nello stesso momento.

Le stranezze, però, non si conclusero lì. Iniziarono infatti a verificarsi fatti che, per quanto innocui, terrorizzarono la giovane coppia: i cassetti si aprivano o si chiudevano improvvisamente davanti ai loro occhi increduli, le porte sbattevano violentemente e le finestre si spalancavano. I due cercavano di darsi delle spiegazioni razionali che giustificassero quanto stava accadendo: si dicevano che doveva essere colpa del vento e delle correnti e che i rumori che di tanto in tanto sentivano potessero essere causati dal legno vecchio e scricchiolante del parquet o forse da degli animali – magari dei topi.

Ma alla fine accadde qualcosa che non poteva essere causato né da agenti atmosferici né da animali infestanti: nella notte nella casa cominciò a riecheggiare il melodioso suono di un violino. Uditrice involontaria di quell’inquietante e virtuoso concerto che si ripeteva ogni notte, devastando il loro sonno e terrorizzandoli, la coppia alla fine si arrese e, come tutti coloro che li avevano preceduti, traslocarono dopo pochi mesi.

Mentre si allontanavano videro due piccole sagome che li salutavano da lontano, uno da dietro la finestra della casa e l’altra dal giardino…

La casa stregata di Raviscanina

Le leggende, lo sappiamo, non sono quasi mai vere e intorno ai racconti dell’orrore ricama sovente la fantasia di qualche burlone.

Nonostante le storie e le dicerie, forse non in realtà i fantasmi non esistono, e magari – chissà – in quella casa non è mai morto nessuno. Ogni cosa potrebbe essere frutto di suggestione e paura e forse gli sposini di cui vi abbiamo raccontato avevano ragione: si sarà trattato solo del vento e dei topi, al massimo di qualche vicino spiritoso deciso a spaventare i nuovi arrivati.

Non lo sapremo mai: qual è il confine tra realtà e fantasia? Tra orrore e suggestione? I fantasmi esistono, forse, solo nella nostra mente: non per questo, però, fanno meno paura.

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Italiano morto in Colombia, parlano gli amici: “Temiamo nuovo caso Regeni”

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Napoli chiede giustizia per Mario Paciolla, il volontario Onu napoletano morto in Colombia. Sul balcone del Comune di Napoli è stato esposto uno striscione che recita: ‘Giustizia per Mario’ e su cui è stampato il suo volto.

Chiediamo giustizia e verità perché il caso è oscuro e da subito non c’è stata chiarezza – dice Simone Campora, amico di Mario – e abbiamo paura che si palesi un Caso Regeni 2, che si disperdano le energie per appurare la verità sulle circostanze più che sospette che hanno portato alla morte di Mario. Metteremo in campo piccole azioni che aumentino l’attenzione sul caso che vogliamo portare a livello nazionale e internazionale perché non è possibile morire cosi“.

Gli amici di Mario intendono supportare “in qualsiasi maniera” la famiglia “portando avanti la stessa battaglia”.

Amici e famiglia chiedono “attenzione perché un ragazzo come Mario non può morire da solo, non può morire così“. Gli amici descrivono Mario come un ragazzo “come noi, più coraggioso di noi come racconta la sua esperienza e le cose che ha fatto”.

Un ragazzo – dicono – “che non ha scelto una vita comune, che ha scelto di seguire i propri sogni”. Mario in Colombia lavorava a un progetto per l’emersione di un territorio difficile sotto scacco dei Narcos per provare a dare un’opportunità al territorio e alla popolazione. “Affrontava situazioni difficili – prosegue Simone – che trattava già da molti anni. Era una persona con una certa esperienza, non era uno sprovveduto quindi si è trovato di fronte a qualcosa che lo ha sicuramente spaventato”.

La Rai lancia il remake di “Natale in casa Cupiello” con Sergio Castellitto

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In arrivo il remake televisivo di Natale in casa Cupiello con Sergio Castellitto nei panni di Lucariello. Le riprese quest’estate in pieno centro storico.

Ieri c’è stata la presentazione dei palinsesti Rai per il 2020/2021. Tra le proposte del servizio pubblico sicuramente spicca la nuova produzione di Natale in casa Cupiello, in collaborazione con Picomedia e Rai Fiction. Il film Rai si attenderà per l’autunno 2020. Vedrà come protagonista Sergio Castellitto nei panni di Lucariello e Marina Confalone probabilmente nei panni di Concetta. La regia è affidata a Edoardo De Angelis, per la prima volta alle prese con un’opera televisiva, e la sceneggiatura a Massimo Gaudioso. Non è ancora noto chi interpreterà Tommasino e chi Ninuccia. Volendo ipotizzare possibili candidati, Tommasino potrebbe essere Marco Mario de Notaris o Gaetano Bruno. Mentre Ninuccia potrebbe interpretarla Antonia Truppo o Pina Turco. Ma non è impossibile che vengano scelti attori più giovani.

Si attende dunque il remake di Natale in casa Cupiello, un’opera che ormai è entrata nella storia della letteratura e del teatro europeo e che di sicuro animerà i dibattiti di un pubblico televisivo italiano che quando si toccano i monumenti diventa tutt’a un tratto al pari dei critici più agguerriti. Si discuterà, come già avvenuto ad esempio per la produzione di Filumena Marturano con Massimo Ranieri, di quanto Castellitto debba assomigliare a De Filippo o di quanto invece debba far propria l’interpretazione del testo; soprattutto linguisticamente, considerando che ancora una volta, come accaduto ultimamente con la prova più che riuscita di Luca Marinelli in Martin Eden, la scelta verte per un attore che non parla il napoletano come lingua d’origine.

Ci sono già indiscrezioni sulle location in cui quest’estate il film verrà girato. La location principale sarà in un antico appartamento di via dei Tribunali. La casa si troverebbe nei pressi di piazza Sisto Riario Sforza, con al centro l’obelisco di San Gennaro, di fronte al complesso del Pio Monte della Misericordia. Ma nello stesso luogo ci saranno dei ciak anche in esterna. Il tema è importante perché nelle produzioni di rilevanza medio-alta ormai la scelta dei luoghi può incidere sul risalto mediatico e di pubblico del film. Il centro storico di Napoli negli ultimi anni è stato invaso da produzioni cinematografiche di varia natura e i luoghi erano meditati anche in relazione alla prospettiva di un pubblico paradossalmente chiamato ad assistere al film prima della sua uscita, con tutto di selfie, storie Instagram e interazioni social che contribuiscono alla campagna pubblicitaria persino abbattendone i costi.

Il culmine di questo turismo del ciak si è avuto con lo spot di Dolce&Gabbana di tre anni fa, con gli attori di Game of Thrones Kit Harington e Emilia Clarke, e con la regia di Matteo Garrone. Ora le telecamere tornano nella stessa piazza con Natale in casa Cupiello. Quest’estate però sarà più difficile attrarre pubblico sulle location perché il turismo in città post Covid è ancora un nodo da sciogliere.

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Giugliano, Salvini in visita al campo rom: “Problema da troppi anni”

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Il leader della Lega torna in Campania, promette la chiusura di tutti i campi rom in Italia e la costruzione dei termovalorizzatori nella regione.

Dopo aver presenziato questa mattina alla due giorni di Alis a Sorrento, l’ex vice-premier Salvini si è diretto a Giugliano dove ha visitato il campo rom sul confine del comune.

C’è un problema che da troppi anni lamentano i cittadini della zona, oltre tutto in una zona già colpita dalla presenza ecoballe e da milioni di rifiuti stoccati che da 20 anni dovrebbero essere rimossi. Ritenevo mio dovere toccare con mano quello che non va e che si può risolvere, perché dove governa la Lega, penso a Pisa e a Ferrara, i campi rom abusivi hanno chiuso. L’obiettivo è tornare al Governo sia nazionale che del Comune di Giugliano per dare certezze ai sindaci. Qui l’emergenza ambientale e l’emergenza sicurezza in pochi chilometri sono una bomba sociale.

Queste le parole del leader della Lega che, come al solito, si dichiara dalla parte dei cittadini – ma non di tutti. Quando, infatti, una bambina residente del campo di Giugliano gli si avvicina chiedendogli una casa, Salvini risponde “Mi piacerebbe avere il potere di dartela”. Come se poco prima, davanti ai microfoni, non avesse proposto di portarle via quella in cui la bambina è costretta ad abitare adesso.

Salvini propone un censimento

C’è campo e campo: vedere chi ha un lavoro, chi manda i figli a scuola, chi ha i documenti, di che nazionalità parliamo. I cittadini italiani hanno i diritti e i doveri di tutti gli altri, quelli che sono in regola non sono vanno allontanati, se sono extraeuropei vanno espulsi.

L’obbiettivo di Salvini è quello di smantellare non solo il campo rom di Giugliano, ma di eliminare tutti i campi rom in Italia come è avvenuto negli altri Paesi europei.

Salvini affronta poi un’altra questione spinosa, ossia lo smaltimento dei rifiuti in Campania.

Per la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania servono i termovalorizzatori che sono assolutamente sicuri. In alcuni città europee sono nei centri storici e ci sono anche i parchi giochi per i bambini. Se non si fanno vince la camorra.

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