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BussoLaLingua // Ma che cos’è “l’arteteca”?

Arteteca: questa parola suonerà bizzarra e misteriosa a coloro che non hanno mai messo piede nella città partenopea, mentre risulterà certamente familiare a coloro che hanno vissuto o almeno passeggiato tra le strade di Napoli.

“Chillo” si sente dire spesso da qualche adulto spazientito o da un insegnante esasperato “tene l’arteteca!

Questa parola così particolare viene utilizzata per indicare qualcuno – molto spesso un bambino – che non riesce mai a star fermo. Un ragazzino eccessivamente vivace, uno di quelli che ama correre e saltare dietro a cui genitori sfiniti si trascinano, sperando che non si faccia male, a Napoli ha “l’arteteca”.

Ma perché si dice così? E che cos’è, alla fin fine, quest’arteteca che pare quasi una malattia? #BussoLaLingua questa settimana ve lo racconta.

Tra latino e medicina

In effetti, all’origine di questa parola c’era per davvero un termine medico: arteteca deriverebbe infatti dal latino arthritis. Con questo vocabolo, traducibile come artritide o artrite, si indicava una patologia che aveva come conseguenza un movimento continuo e forsennato delle membra.

I latini chiamavano questa malattia Gutta, ovvero goccia, in quanto erano convinti che fosse causata da un umore che “gocciolava” tra gli spazi delle articolazioni. Probabilmente ci si riferiva a quella oggi conosciuta come Corea di Sydenham, un’encefalite popolarmente nota anche come ballo di San Vito che si manifestava in individui affetti da malattie reumatiche.

Questa infezione batterica era prima molto più diffusa, ma adesso si è molto ridotta per via dell’uso degli antibiotici. Uno dei sintomi principali erano appunto dei movimenti rapidi e a scatto che si manifestavano soprattutto nel viso e negli arti, nelle mani e nei piedi.

In seguito la parola arteteca tuttavia si è discostata dalla sua accezione originaria ed ha finito per indicare, in  modo un po’ canzonatorio, quei bambini vivaci e che non riescono proprio a star fermi.

Chillo tene l’arteteca!

Conoscere l’origine di questo simpatico modo di dire lascia in effetti un po’ l’amaro in bocca e rende macabra l’esclamazione “Chillo tene l’arteteca!”, soprattutto se riferito a ragazzini. Essere vivaci, tutto sommato, non è una malattia e fa parte del mestiere d’essere bambini.

Voi avevate mai usato questo modo di dire? Conoscevate la sua origine? 

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